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Musica e magia, Roberto Cacciapaglia fa sognare e…meraviglia!

Roberto Cacciapaglia al pianoforte

La Musica e Roberto Cacciapaglia si conoscono in tenera età e iniziano a studiarsi a vicenda. Quando la scintilla scocca è impossibile fermarla. Nasce un connubio che ha il gusto dell’alchimia e della chimica. Le note che crea hanno il potere di entrare nell’anima della gente, di chi decide di riservarsi un momento tutto per lui e di farsi cullare dalla musica di Cacciapaglia. Note Spillate lo ha incontrato, nel suo studio milanese, in occasione del suo nuovo lavoro “Live from Milan” composto da due CD più un DVD e che ripropone i live del Teatro degli Arcimboldi e dell’Auditorium di Milano e del Teatro di Carignano a Torino. Pianoforte a coda al centro della stanza e strumenti musicali appesi alle pareti: tutto trasuda di musica e magia.

Nei suoi concerti lei cerca di creare un momento di riflessione e silenzio tramite la  musica.
Sì questa è una cosa che dico molto spesso nei concerti per introdurre “Meraviglia”, che è una sensazione che provo nei momenti nei quali compongo. Mia mamma spesso mi parlava della respirazione su scala planetaria. Espirazione e ispirazione non sono una di seguito all’altra, ma c’è un momento di sospensione. Il silenzio è usato per fare spazio dentro di me quando compongo. Mi ritrovo così in un mare calmo da dove sorge il suono, che se arriva da profondità importanti crea emozioni nel cuore di chi ascolta.

Il suo spettatore per un attimo si ferma. Come giudica questa sospensione?
La chiamo calma attiva. Talvolta però la calma è molto più attiva della tensione.

Come vede la crisi della musica oggi?
Positivamente. Vuol dire che la gente vuole qualcosa di più dalla musica, non la vuole solo come mero intrattenimento e sottofondo.

Cd più dvd significa musica da ascoltare e da vedere. Sono sullo stesso piano?
Il suono registrato è molto diverso da quello fatto dal vivo, dove il pubblico è attivo e ci restituisce quello che noi con le note gli doniamo. E’ un rapporto reciproco quello tra ascoltatore e musicista. E’ una comunione attraverso il suono.

Perchè il binomio cd-dvd?
I miei ascoltatori più volte mi hanno chiesto, sprattutto sul web, di poter vedere un mio concerto registrato e quindi abbiamo pensato al dvd. Io sono stato molto contento di poter mostrare loro il nostro modo di suonare e da dove nasce la nostra musica.

Ha parlato di web. Com’è il suo rapporto con questa realtà?
Credo sia un mezzo straordinario. E’ stata l’opera d’arte del secolo: non ha censura, limiti. Si può spaziare liberamente. E’ uno strumento di libertà e di liberazione. Un po’ come la musica d’altronde.

Come funziona l’interdipendenza artista-pubblico-fruitore?
Tutto è interdipendente. Se noi lavoriamo a un certo livello di sintonia, quest’ultima, ad un certo punto, si espande a macchia d’olio, ci contagia . Il suono si dirige verso il fruitore e lo tocca internamente. Credo che la crisi attuale sia “di livello”.

Il tour?
Comincerà a Bologna il 18 Gennaio e faremo il giro delle principali città italiane.

Novità?
Lavoreremo sulla luce e le sue vibrazioni a ritmo di musica. I sensi viaggiano sempre a pari passo. Come la danza d’altronde, che secondo me è una forma d’arte straordinaria. Ho scritto anche vari balletti.

Lei crede che la danza aggiunga o tolga ai suoi concerti?
Credo assolutamente che “aggiunga” se la coreografia è creata sulla musica. Infatti le ballerine di Arkè hanno ballato su un mio pezzo solista al pianoforte.

La musica: compagna da sempre o una passione nata pian piano?
Ho incominciato a quattro anni a suonare il pianoforte e la passione mi è stata trasmessa da mia madre e da mio nonno. Fino ai dieci anni però è stato un incubo: avevo una professoressa di pianoforte che mi faceva esercitare quando i miei amici erano in strada a giocare e divertirsi. E’ stata una grande fatica all’inizio. Poi ho iniziato ad ascoltare i Beatles, a suonare anche la chitarra e lì c’è stato il passaggio da musica come dovere a musica come piacere.

Ci parli di “Sonanze”.
E’ stato fatto quando avevo diciotto anni, con l’orchestra della Scala. Nella presentazione di “Sonanze” dicevo: “Un album creato tra le dissonanze della musica colta, ovvera quella classica, e le assonanze della musica di comunicazione, ovvero il rock-pop”.

Infine ci racconti la sua evoluzione. Della musica sacra, per esempio.
All’inizio della mia carriera mi occupavo molto di musica sacra. Ho composto molti lavori: “Generazione del cielo”, salmi, “Le Lamentazioni di Geremia”, “Versi d’oro di Pitagora”. Anche nei mie ultimi dischi ho introdotto la musica religiosa tibetana e indiana e non solo quella cristiana,  dove ho musicato alcuni salmi della Bibbia. Con il passare del tempo ho voluto togliere il testo  e lasciare la purezza del suono, che va oltre le frontiere religiose. Il suono è spiritualità pura, è mezzo e non è fine.

(Intervista a cura di Barbara Giglioli)

notespillate

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Giornalista musicale, lavoro a Sky TG24

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