“Happy mistake” è un gioco di parole perché Raphael Gualazzi di errori non ne commette. Noi abbiamo visto in anteprima e recensito il suo concerto a Milano, al Teatro degli Arcimboldi, e ora lo abbiamo intervistato.
Gualazzi non sta mai fermo.
Promuovo il disco e poi andrò all’estero Svizzera, Belgio, Spagna.
Non si annoia.
Assolutamente no, C’è parecchio da fare.
Le manca la famiglia?
Un po’ si ma quando si è felici le assenze pesano meno e in questo periodo, grazie alla musica, lo sono.
Due anni di pausa prima di affrontare questo tour.
Non proprio due anni ma parecchio. L’ultimo concerto è del marzo 2012, poi solo un paio di collaborazioni.
Intanto è nato “Happy Mistake”.
Ho messo mano alle idee collezionate durante il tour precedente e ho sviluppato l’album.
Novità?
Nuovi arrangiamenti e nuovi mezzi di produzione per farli rendere al meglio.
Le canzoni sono recenti?
Alcune nate tra marzo il e l’estate 2012, altri cinque o sei prima e mentre alcune sono figlie del precedente tour.
Ci parli del suo approccio al pianoforte.
E’ percussivo alla Duke Ellington. Poi mi piacciono gli sviluppi verticali che sono gli accordi.
Lei ci mette anche la voce.
Non riuscirei a prescindere da questo abbinamento.
Il tour diventerà un disco live?
Lo spero. Alcune esperienze sono state documentate, vedremo più avanti.
Ricordi del Festival di Sanremo?
Una bellissima esperienza in una edizione che ha dato importanza alla musica.
Insomma un bel Festival.
Molto e on un buono spazio per i giovani che hanno potuto presentare i loro progetti.