Pino Scotto, il re del rock made in Italy, si ferma. Solo un paio di mesi ma si ferma. Un personaggio leggendario che ha attraversato almeno tre decenni di metal nostrano da leader. Ha chiuso pochi giorni fa il “Codici Kappao Tour” e per almeno 60 giorni non si presenterà sul palco. Note Spillate lo ha intervistato alla vigilai della…siesta.
Pino Scotto come va? E’ stanco?
Solo un po’ assonnato. Tra registrazioni a Rock tv, radio, fine tour e altri progetti e concerti da andare a vedere il tempo per riposare è poco.
Dopo la pausa?
A giugno riparto ma senza esagerare.
Frenetico!
Negli ultimi sette anni ho pubblicato tre dischi di inediti, due libri, un dvd e un altro album dal vivo.
Senza citare i concerti.
Ecco. Che sono almeno 550 concerti.
Alla faccia della crisi.
C’è gente in gamba che suona il guaio è l’assenza di locali buoni.
Sta pensando a un nuovo album?
Di solito ne faccio uno ogni due anni, l’ultimo, “Buena Suerte” è del 2010 e dunque più o meno sono nei tempi.
Dove andrà a parare?.
Qualche tempo fa ho sentito “E’ arrivata la bufera” di Renato Rascel e ho avuto una illuminazione.
Che ha in mente?
Due dischi da pubblicare a breve distanza l’uno dall’altro. In ognuno metterò otto cover e due inediti.
Cede alle cover?
Ci sto già lavorando, le mie sono bombe.
Anticipazioni?
Franco Battiato, Ivan Graziani, Luigi Tenco. Avevo previsto anche un Enzo Jannacci ma ho pensato di escluderlo per non essere accusato di specularci sopra.
Scelte anche le canzoni?
“Povera Patria” di Battiato e “Il chitarrista” di Graziani ci saranno di certo.
Per quello in inglese?
Ci sto lavorando, una cosa per volta.