Definito “vera star” da Beyoncè, Luke James è stato scelto dalla cantante americana per aprire il suo “Mrs. Carter Show” in Europa. Nonostante si sia dimostrato molto orgoglioso di ciò che sta facendo con la superstar, Luke, è apparso come un ragazzo con i piedi per terra che non ha paura di mostrare quanto vale e di fare dei sacrifici per questo. Note Spillate lo ha intervistato.
Non è stata la sua prima collaborazione con Beyoncè, che cosa c’è di diverso in questo progetto e qual è la parte più bella di questa esperienza?
Prima di tutto quello era un tour mondiale ed è una cosa pazzesca! Secondo poi, in questo periodo ho fatto molte esperienze grazie alle quali sono maturato e che mi hanno fatto capire chi sono come artista, quindi sono diverso io. Il fatto, inoltre, che non sia la prima volta che mi chiede di lavorare insieme e di aprire un suo concerto è una realizzazione personale e costruisce il mio spirito e la mia morale artistici, perché significa ottenere il rispetto e la stima di una grande artista come lei.
Beyoncè voleva che l’Europa la conoscesse, perciò ha scelto proprio lei.
Il pubblico solitamente costruisce la sua opinione su di te lungo la strada, vuole vederti lavorare sodo e io credo di mettercela tutta per questo. La parte più difficile è rimanere coerenti con se stessi, con ciò in cui si crede e con ciò che si vuole diventare come artisti perché credo sia più facile ottenere l’appoggio del pubblico quando si continua a credere fermamente nelle proprie idee. Inoltre il pubblico è diverso da città a città e si comporta in maniera diversa. Ad esempio il pubblico statunitense è molto più difficile, meno disposto a perdonare gli errori, vuole che un’artista sia disposto a mettersi al rogo per lui. Sono convinto però che tutti gli sforzi valgano sempre la pena di essere compiuti.
Lei non è solo un cantante ma anche un cantautore e ha già scritto per Justin Bieber, Britney Spears e Chris Brown. C’è qualcuno con il quale non ha collaborato ma con il quale le piacerebbe lavorare?
In realtà non ci avevo mai pensato. Un artista con il quale mi sarebbe piaciuto collaborare è Marvin Gaye ma purtroppo è morto e quindi sarebbe potuto accadere solo in un mondo ideale. A ogni modo stimo tanti artisti, tra i quali Beyoncè e mi piacerebbe anche creare della musica con lei. Anche se non mi ha chiesto di scrivere una canzone per lei, solo il fatto di aprire i suoi concerti è già abbastanza grandioso. Inoltre mi piacerebbe lavorare con James Blake.
Cosa c’è dietro le sue canzoni? Sono autobiografiche?
Ogni tanto scrivo per qualcuno in particolare e racconto una storia, ma spesso scrivo anche semplicemente per me stesso, parlo delle mie esperienze o di qualcosa che mi è stato raccontato. Questo mi rende le cose molto più semplici ma complicate allo stesso tempo, perché cerco di essere onesto e vedo la musica come una sorta di terapia, un modo per sfogarmi e far conoscere qualcosa di me.
Tra i suoi progetti futuri c’è anche la partecipazione in un film, cosa può dire al riguardo?
Il film è un musical per le vacanze intitolato “Black Nativity” e racconta la storia di Giuseppe e Maria mentre cercano rifugio prima della nascita di Gesù. È un film che parla di redenzione, di perdono, di amore, comprensione e, soprattutto, verità. Uscirà il 27 novembre negli Stati Uniti e spero che la data di uscita sia più o meno la stessa in Europa. È stata davvero una bella esperienza.
Come ha reagito quando ha saputo della nomination ai Grammy Awards per la miglior performance R&B?
Essere nominati ancora prima di avere un album è stato meraviglioso, è stato come un regalo per le mie performance e un messaggio che stavo facendo le cose nel modo giusto e che dovevo andare avanti così. Il mio morale è a livelli altissimi in questo momento, non lo nego.
Ha già pensato ad un suo tour?
Ci ho pensato e mi piacerebbe tantissimo, ho tanti pezzi da poter suonare e vorrei iniziare anche solo da spettacoli in un paio di città per vedere come va.
(Intervista di Carla Budri)