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Senit, l'internazionale

Senit

Bolognese di nascita con sangue eritreo nelle vene, giocatrice di calcio dalla voce potente scoperta da Massimo Ranieri: Senit è tutto questo e molto altro. Reduce da un’estate in giro per l’Italia, e per il mondo, Senit si racconta a Note Spillate con tutto il suo entusiasmo.

E’ stata protagonista del “3 ALL-IN TOUR”. Com’è stata la sua estate in giro per lo stivale?
E’ stata una bellissima e indimenticabile esperienza, era tanto che non mi esibivo in Italia soprattutto d’estate. Ho trovato un pubblico caldo ed affettuoso ad accogliermi. Non c’è niente da dire: “italians do it better”.
Negli scorsi mesi è stata impegnata in alcuni live negli Usa, dove ha riscosso consensi della critica. Che esperienza è stata per lei?
In America mi sono esibita in diversi locali, da New York a Los Angeles e poi Las Vegas e ancora New York. Ho incontrato un pubblico attento e sorprendentemente ‘caciarone’, pronto a ballare i miei pezzi dance e pop. Ho imparato e osservato molto, perché l’America rimane un’ottima scuola a livello artistico.
E’ sicuramente un’artista internazionale e versatile. Com’è fare musica in Italia?
Ho cominciato dall’Italia e in Italia, ma con la mente aperta a 360 gradi. Trova l’Italia un po’ più ‘spenta’, ma solo perché non spinta abbastanza. Ci sono molti talenti e di artisti che meritano di emergere…bisogna solo avere tanta pazienza!

Lei ha iniziato giovanissima con i musical. Tornerebbe alle origini?
Il musical è l’arte che amo di più in assoluto insieme al teatro. Adoro queste disciplinate che si intrecciano, amo cantare, recitare e ballare. Mi sono voluta misurare con il percorso da solista, ma quando arriverà lo spettacolo giusto sarò pronta a salire di nuovo sul palco.
Le sue influenze musicali sono sicuramente multiculturali. In quale genere si rispecchia?
Mi reputo un’artista eclettica, mi piace ascoltare di tutto, dall’opera al jazz, metal ecc. Ultimamente la mia passione è il pop rock.
Come nascono le sue canzoni?
Sono un’interprete quindi collaboro spesso con autori e musicisti con i quali scriviamo pezzi che trattano temi di attualità. Principalmente rapporti umani e amore.
Gaetano Curreri, e Massimo Ranieri, quanto hanno significato questi due artisti italiani per lei?
Il mio primo Pigmalione è stato senz’altro l’amato/odiato Ranieri. Ironizzo perchè per me oltre ad essere quasi una figura paterna: avevo 19 anni quando cominciai con lui. E’ stato anche una guida artistica, ho imparato più con lui e con Gaetano Curreri. Sono due persone che artisticamente e umanamente mi hanno arricchito tantissimo.
Abbiamo letto un’intervista in cui parlava della sua avventura nel mondo del calcio, in cui si è definita “Un’attaccante dura, incazzata”. Dove nacque questa sua passione?
Ho sempre avuto un carattere vivace e mio padre, che ha sempre desiderato un maschietto, mi sedava con e infinite partite di calcio che alla fine, da vera competitrice, mi piacevano molto. Mi sono allenata a livello amatoriale e ho continuato a fare partite anche per scopi benefici in una squadra femminile del mio quartiere.

Nel suo futuro, Senit, come si vede?
Ho un album quasi finito e pronto per essere spedito per il mondo. Spero di riuscire a far arrivare la mia musica e la mia voce lontano. Ho un dono e faccio il lavoro più bello del mondo, quindi mi auguro di continuare a cantare e a esibirmi ancora a lungo.

(Intervista di Irene Zambigli)

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Giornalista musicale, lavoro a Sky TG24

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