Mi ritrovo a parlare di Renzo Rubino. Ed è sempre più difficile trovare aggettivi. Ho visto il suo concerto tre volte negli ultimi mesi e per tre volte mi sono sorpreso. Ha 26 anni, scrive, compone, suona….insomma fa da solo quello per cui altri artisti hanno bisogno di un team.
Non lo si può ingabbiare. E’ giusto che vada per la sua strada. E’ un Vinicio Capossela con più voce. E’ un talento puro e chi cerca di pilotarlo in altri lidi sonori deve assumersi la responsabilità di voler spegnere un talento. Uno dei pochi degli ultimi anni. E chissà che sulla scia sua qualche major, qualche etichetta non abbia voglia di esplorare oltre e trovare i suoi fratelli, i suoi cugini. Sono certo che ce ne sono parecchi in Italia che hanno bisogno di una piccola spinta per emozionarci. Bravo Andrea Rodini che ci ha sempre seguito, bravo Carlo Avarello che con la sua Isola degli Artisti ne ha sposato il progetto, brava Area Sanremo, capitanata da Paolo Giordano, che ne ha intuito le potenzialità e lo ha spinto sul palco di Sanremo Giovani nel 2013 con quel “Il postino (amami uomo)” che lo ha sdoganato. Ma bravo soprattutto Renzo che non ha mai smesso di crederci e che ora non sogna più ma i sogni li fa fare a noi.