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Damon Albarn corre da solo pensando ai Gorillaz

Damon Albarn alla giovane età di 46 anni sceglie di pubblicare il primo disco da solista e si fa  intimo. E così il papà di Blur e Gorillaz inventa “Everyday Robots”. Abbiamo intervistato a Milano il genio musicale degli anni Novanta. Tornerà in Italia per due concerti: il 14 lgulio al Vittoriale di Gardone Riviera e il 15 al Cavea Auditorium Parco della Musica di Roma

Damon Albarn

Damon Albarn

Damon Albarn partiamo dalla politica?
Hanno vinto gli euroscettici in Inghilterra.
Se lo aspettava?
Ho capito che le cose stavano cambiando facendo la suana.
Scherza?
No. Frequento una sauna a Londra che è molto americana come stile e ho ascoltato due giamaicani parlare in una sauna: mi è parso di capire che avrebbero votato Farage: è sostenuto da persone che dice di osteggiare. È talmente inqueitante questo controsenso che sfocia nel divertente.
Dura, eh?
Guardi che voi in Italia siete messi malissimo.
Perché va tutto a rotoli?
Non lo. Mi viene da dire che il troppo youtube ci allontana dalla politica e ci fa perdere il senso ella realtà.
Lei è l’eroe di un decennio che ha cambito il mondo.
Ho iniziato nel 1989 e ci si conosceva tutti poi è arrivato internet.
La rivoluzione!
Eccome. Quando racconto a mia figlia che c’è stato un mondo senza internet mi guarda incredula.
Però ha aperto nuove frontiere alla musica.
Era una stagione di grande evoluzione anche se la musica ha smarrito la valenza politica attraverso il filtro degli anni Novanta.
Si sente un sopravvissuto?
Un po’. All’inizio dei Novanta si registrava ancora su nastro e alla fine era preistoria.
La natura stessa della musica è cambiata.
E’ diventato più facile essere estrosi e accedere a ogni tipo di suono. Ma è anche vero che non tutte le potenzialità a disposizione sono state sfruttate.
I Gorillaz immensi…
Eravamo dei precursori, è un vanto dirlo anche se le tecnologie non erano all’altezza. Ora sarebbe il momento giusto e vorrei fare ancora un disco firmato Gorillaz allegro e ritmato.
Invece corre da solo.
Finalmente posso portare in giro la mia musica come voglio io. La band è al mio servizio. Quando fai parte di un gruppo anche il desiderio di un a solo al piano può diventare un problema.
Nuove idee?
Tutta la mia musica è influenzata dall’Inghilterra ma ora sono attratto dalla musica da camera vittoriana, a sua volta influenzata dall’operetta italiana.
Firmerà un’operetta?
No, stia tranquilo. Sto seguendo un progetto figlio di quel periodo.

notespillate

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Giornalista musicale, lavoro a Sky TG24

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