Ligabue illumina la notte di San Siro. Vince l’afa e la crisi, passa lo straccio sul banco delle nostre anime. Per due ore tuto restia fuori e si balla, si canta, si piange, si ride, ci si emoziona.
Prima di lui sul palco Brunori SAS, Il Cile, Daniele Ronda e Paolo Simoni, le nuove leve dei cantautori. Ognuno bravo a suo modo, ognuno meritevole di un palco così bello, così rotondo, ed è la prima volta, affinché tutti, da qualunque punto, potessero avere la visione completa di quanto il Liga e i suoi ragazzi inventavano. Si comincia alle 21.30 in punto e la festa si apre con “Il muro del suono”, “Il volume delle tue bugie” e “I ragazzi sono in giro”. Lui è al centro del palco, signore del centrocampo, regista del cuore, che detta tempi e ritmi a una squadra mondiale. E i suoi Ultras sono il giusto corollario. Parla poco e suona molto. Oggi anti si riempiono la bocca con la parola rock: ieri sera è stato un concerto rock. Ruvido e sporco, come era giusto che fosse. Bella la scaletta? Non si può accontentare tutti. Ha tolto delle pietre miliari come “Buonanotte all’Italia”, “Bar Mario” e “Bambolina barracuda” per la sciare spazio alle canzoni di “Mondovisione”. Abbiamo saltato “Urlando contro il cielo”, assaggiato “Il sale della terra”, ci siamo guardati dentro per dire “Siamo chi siamo” e alzando lo sguardo verso l’alto abbiamo cercato la “Piccola stella senza cielo” fino a raccontarci “Certe notti” e salutandoci convinti che “Con la scusa del rock’n’roll” abbiamo vissuto una magia. L’ennesima firmata Luciano Ligabue. E stasera è di nuovo San Siro.