Spesso parlano i numeri quando si tratta di musica. Nel caso di Charli XCX, 22 anni, inglese di Stevenage è il contrario: la musica fa parlare più dei numeri.
Perché questa ragazza dai capelli scuri come la pece, con un babydoll verde che le copre a malapena l’inguine, sta spopolando in radio con Boom clap, singolo che fa parte della colonna sonora di Colpa delle stelle, è la mente di collaborazioni prestigiose con Icona Pop e Iggy Azalea, con cui scrive rispettivamente I love it e Fancy, e aprirà il tour di Katy Perry. Dunque la rivedremo in Italia, questa volta sul palco ma ugualmente svestita, il prossimo 21 febbraio a Milano: “Quella si che è una serata da pussy power”, ha commentato.
Idee chiare e alternative, quelle di Charli: “Faccio una musica dark pop e il mio stile è Disney grunge”. Salvo poi mescolare, parola dopo parola, Sex Pistols e Spice Girls. Si dichiara affetta da sinestesia, un fenomeno sensoriale che la spinge ad associare suoni e colori “True romance era color porpora il nuovo Sucker sarà rosso e rosa. Dopo il successo di I love it delle svedesi Icona Pop che ho scritto con Patrik Berger ero frustrata, non reggevo più il mondo del pop, l’industria discografica: volevano solo un altro successo. Ho raggiunto Patrik in Svezia e ho inciso un album di canzoni punk ispirate ai Sex Pistols e ai Vibrators. Sfogandomi in questo modo ho riconquistato il pop>. Parte di quell’energia si è trasferita in Sucker ma Charli non diventerà mai una popstar: “Loro si fanno dire guidare, non sono autonome. Io faccio di testa mia. Hanno provato a cambiarmi con un corso di media training e mi hanno classificata come la studentessa peggiore di sempre. Il mio mantra è voglio essere me stessa e per non dare adito a dubbi una canzone si intitola Break the rules e dice “voglio giocare al pop seguendo le mie regole. Voglio farlo coi miei tempi”>. Al di là delle ansie, I love it ha sdoganato il mondo di Charli, che si è negata a Christina Aguilera perché “non era il momento giusto” e su Madonna nicchia su una collaborazione perché “i suoi ultimi due album sono così così”. Il suo obiettivo? Che le persone tornino a innamorarsi del pop e smettano di considerarlo “uno stile incapace di esprimere emozioni vere”.