A cinque anni di distanza dal suo ultimo album di inediti, Irene Grandi torna col nuovo progetto discografico Un vento senza nome, in uscita il prossimo 12 febbraio per Sony Music. L’artista fiorentina, in gara al 65mo festival di Sanremo, racconta il suo percorso di rinascita, una nuova Irene, attraverso undici brani particolarmente intensi ed emozionanti. La abbiamo intervistata.
di Silvia Marchetti
Irene come sta?
E’ un po’ che non ci vediamo ma io non ho mai smesso di lavorare e non mi sono nascosta.
Che ha fatto?
Ho solo deciso di prendermela con più calma, senza ansie e senza più paure.
Cosa è accaduto in questi ultimi cinque anni?
Ho raggiunto una sorta di maturità artistica. Ho cambiato tutto. Stile di vita, management, casa discografica, staff. Ho iniziato a scrivere un nuovo capitolo della mia vita, personale e professionale.
Cosa la ha spinta a questi cambiamenti?
Mi hanno sempre definita un animale da palcoscenico, capace di dare il meglio durante i live. A un certo punto ho sentito l’urgenza di cambiare qualcosa, di ritrovare l’autenticità dei sentimenti. Ho troppe volte trascurato le amicizie e gli affetti. Dunque mi sono messa in gioco, ho lasciato che i contratti scadessero, ho staccato il telefono, ho vissuto.
Il brano sanremese racconta questo cambiamento?
Un vento senza nome è un brano che ho scritto durante un momento di liberazione. E’ una ballad nella quale immagino una vita senza frenesia, non una fuga totale ma un plasmare la propria identità. Libero la mia anima.
Cosa si aspetta dal Festival?
Porto una donna libera dai cattivi pensieri e dai sensi di colpa, più serena. E’ un pezzo meno rock rispetto al mio passato ma che non punta nemmeno all’amore romantico.
Anticipazioni sull’album?
Un vento senza nome conterrà undici canzoni inedite, frutto di un percorso ricco di scoperte e di incontri. Ho lavorato con Saverio Lanza, il quale mi ha aiutato a valorizzare e a interpretare al meglio gli spunti musicali. Fondamentali anche Cristina Donà e Marco Parente, che con i loro testi hanno saputo dare un valore aggiunto al disco, descrivendo i miei pensieri e i miei sentimenti.
Concerti?
Stiamo lavorando per definire un percorso acustico. Il tour sarà minimale ma senza rinunciare al rock, soprattutto nei vecchi pezzi.
Novità?
L’aggiunta dei fiati. Un desiderio che avevo da tempo. Gli arrangiamenti saranno completamente rivisti. I musicisti saranno tutti fiorentini. Anche da questo punto di vista ho voluto riscoprire le mie origini e sentirmi a casa.