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Jovanotti, la speranza è Lorenzo 2015 cc.: l’intervista, le foto

Un disco di speranza, un disco che vuole scommettere sulle relazioni. Tutto parte dagli stadi nell’estate 2013, una esperienza di vita, una grande emozione, una grande botta che gli ha lasciato un segno dentro. E che si traduce nelle trenta canzoni di Lorenzo 2015 cc. Lo ho incontrato e intervistato.

Lorenzo arriva in scooter all'intervista

Lorenzo arriva in scooter all’intervista

Lorenzo uscito il disco e già pronto per gli stadi?
Una grande emozione, gli stadi. Trovarmi di fronte a tutta quella gente per un essere umano non è una esperienza comune. Mi sento gonfio di gratitudine per i mei fan, voglio portarli in un immaginario vitale. Ci vuole un mese per smaltire l’adrenalina di un tour. Poi…
Poi?
Si va in down, ho quasi 50 anni, quello che ho fatto non lo ripeterò, ho perso la creatività…ma te lo dici tu non gli altri, finché non mi propongono un tour in Sudamerica e la percezione cambia.
Che succede?
Che la parola suonare mi illumina. Ci siamo divertiti e mi sono ripreso la musica. Non houna  gavetta live, nasco deejay. Suonare con i monitor è una esperienza post 40 anni.
Ansia da prestazione?
I manager mi dicevano che nel 2015 si usciva con un disco, che si rifaranno gli stadi e mi sono beccato la polmonite. In ospedale mi hanno rimesso in piedi in dieci giorni.
Quando è uscito che è successo?
Ho chiamato a Cortona i miei musicisti e ho iniziato a lavorare al disco. E’ stato come le montagne russe, io contraddistinguo i periodi con gli emoticon che sono i geroglifici della nostra epoca. Se un romanziere scrivesse un romanzo con gli emoticon…potebbe fare qualcosa di interessante.

Lorenzo presenta 2015 cc

Lorenzo presenta 2015 cc

Il picco più basso?
E’ lo studio vero di registrazione, perché fino a casa è un gioco poi vai da Michele Canova e scatta il tassametro e mi mette in difficoltà: aspettavo solo quel momento. Siamo andati nello studio Electric Lady costruito nel 1968 da Hendryx.
Cosa è successo?
Quando hai a fianco Marc Ronson, sotto gli U2 che provano ed entra Katy Perry a registrare una voce ti senti piccolo ma non è negativo perché sono qui a fare un disco importante. Sentivo che facevo qualcosa di importante pur tra alti e bassi.
Il test è stato il singolo “Sabato”.
Un brano strano, accolto dalle radio, alto in classifica, buone recensioni, spiazzante come è giusto che sia. Poi il solito down e quindi la risalita all’euforia, all’estesi e all’onnipotenza. Oggi sono così. Abbiamo bei numeri per i concerti…si va verso un’altra tappa importante.
Che canzoni sono?
C’è il singolo estivo, l’estate italiana è un fatto vero, unico al mondo. A giugno da studente hai tre mesi davanti: l’estate è un archetipo dell’infanzia e della vita. Poi ci sono cinema, Africa, Sud, caos, mariachi, rock, crooner, fantascienza, funk, soul, brother, mc, cantautore, combat songs e dance.
Canzoni d’amore?
Anche. Mi piace, quando ne scrivo una sono felicissimo.
Cosa è oggi un cantautore?
E’ chi scrive le canzoni e le canta, non ha più valenza politica.
Le combat songs?
E’ la chitarra a forma di mitra che aveva Peter Tosh. Sono i Clash. E’ chi ha portato la musica nera nella urban music londinese. Sono musica e parole che scardinano.
Va verso l’assoluto?
Ma prima c’è il benzinaio.
Ovvero?
Dalla mia finestra di Roma c’è un benzinaio tra me e San Pietro. Un qualcosa di terreno che mi dive dal sacro.

Lorenzo e i suoi disegni

Lorenzo e i suoi disegni

Perché la pettorina da motociclista sulla cover?
Dichiara la nostra fragilità, il mistico è nudo, John Lennon era nudo all’apice della sua carriera, era una divinità. Io mi metto la protezione perché ho 48 anni e opinioni che cambiano continuamente.
Ha paura?
Penso a Leonard Cohen che che scrive che dalle crepe passa la luce. Lì nasce il concetto di fulmine che mi ha accompagnato.
Punti fermi del disco?
La preoposizione “con”: nel nostro ci sono mondo dischi senza musica, gomme senza zucchero, latte senza grasso…”con” interpreta il nostro tempo e indica dove vogliamo andare. Con cosa e non senza cosa, non e cosa togliamo ma cosa aggiungiamo. Dentro quanta abbondanza possiamo mantenere una forza.
Africa?
Altra parola importante. C’è Bombino che porta alle radici del blues. In questo disco c’è più Africa che in passato. Poi Manu Dibango un bambino di 81 anni, un uomo laureato i filosofia che ha precorso i tempi: nel 1974 esce Soul makossa e inventa la disco music che poi nasce nel 1976/77 con La febbre del sabato sera.
All the people la fa con Sinkane.
Mescolo inglese, italiano e spagnolo insieme con Sinkane.
Pressione?
C’è, la sento. Per la prima volta lavoravo a un disco mentre già erano annunciati i concerti.
Astronavi.
Per un periodo era il titolo del disco. Ce ne sono tante nel disco…le canzoni sono astronavi che ti portano da un’altra parte. Poi la Nasa ci ha rubato il titolo.
Eppure.
La parola è brutta da cantare, suona male ma io ci sto bene dentro e mi sta a cuore. C’è Mastroianni in Otto e mezzo di Fellini che la pronuncia benissimo.
Libertà.
E’ quanto di più mutevole e granitico. Io ho lavorato intorno al sentimento della libertà. Il disco può avere tanti difetti, alcuni potrei anche enunciarli io, ma resta un disco libero. Istintivo e molto libero.
Lotta.
Per fare bene le cose.
Gorilla.
Sono stato più volte a trovare il gorilla nello zoo del Bronx. E’ un capofamiglia in una zona artificiale.Voglio evocarla, cantare canzoni che rendano migliore una giornata.
Vita.
Voglio evocarla, cantare canzoni che rendano migliore una giornata.
Rock’n’roll.
Deve essere istintivo e non iper prodotto, va amato anche con i suoi difetti.
Estate.
E’ per Gabriele Muccino e il suo film L’estate addosso che girerà in estate. La sceneggiatura è forte ma io la butto fuori prima la canzone. Lo ha scritto con me Vasco Brondi, poteva essere un po’ datato e gli ho chiesto di darmi una mano sul testo. Gli ho chiesto di scriverne un altrotesto  e ho fatto un mash up perché alcune sue immagini erano più forti.
Zibba.
Mi ha dato una mano su Una scintilla. Sa scrivere.
La grafica?
E’ stile motocross.
La sua band preferita?
I Beastie Boys, la mia band preferita di sempre. E’ per loro che ho voluto fare questo mestiere.
Trovato l’ombelico del mondo?
E’ Ceppagna, in provincia di Isernia.
E Cortona?
Un luogo ideale. C’è la mia casa. Con la tecnologia la provincia non signica essere più isolati.
Twitter?
I fake? Lo uso allo etsso modo che se ne avessi dieci. Non mi figuro i miei 2,5 milioni.
I migranti a Lampedusa la inquietano?
Siamo il pontile dell’Europa e quindi ci riguarda più dell’altra Europa. Dovremmo condurre noi quella politica. Il nostro ministro degli esteri mi sembra una persona seria e preparata. Seguo il dibattito. Mi piacerebbe tanto avere una risposta a queste domande.
Trenta canzoni: una soglia mai toccata, un gesto ambizioso?
Il mio traguardo sarebbe farne dieci, quello sarebbe ambizioso. Non riesco a tenere lì i pezzi, quando sono finiti vanno buttati fuori. Questo per me è più un cloud che un disco, una nuvola dalla quale piove musica.Mi piace l’idea di far uscire un singolo a settimana, vorrei svilupparla in futuro: è uno streaming delle emozioni. Però alla fine mi sono detto: il disco mi piace e ogni tentativo di ridurre portava sbilanciamenti.
E’ avanzato qualcosa?
Cose non finite. Hanno potenzialità ma va fatto fermentare. Mi è capitato in passato.
Il tour?
In estate non più di cinque canzoni del disco nuovo: lo stadio è una festa, un gigante deejay set. Sono il primo a voler sentire le hit quando sono spettatore. “Musica” non sarà un singolo ma funziona negli stadi.
Cosa è il rock’n’roll?
Quello stato d’animo che ti fa sembrare Roma…Kansas City. Il r’n’r trasforma.

notespillate

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Giornalista musicale, lavoro a Sky TG24

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