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Con gli Skelters si accende il rock

Gli Skelters sono un’energica band italiana che nel 2007 parte alla volta dell’Inghilterra per esibirsi nelle principali città del Regno Unito. Nel 2010 esce l’album “Lux Mundi”, completamente in inglese, nel 2012 è la volta dell’ep “Skelters” in cui il gruppo racchiude brani sia in inglese che in italiano. Li abbiamo intervistati.

Skelters

Skelters

di Matteo Rossini

Iniziate la vostra carriera cantando in inglese per poi passare alla lingua italiana, come mai?
La lingua inglese è venuta spontaneamente, prima dell’italiano, poiché abbiamo sempre ascoltato prevalentemente artisti anglofoni. Da adolescenti adoravamo i vinili dei Beatles e degli Who, negli anni ’90 i Blur, gli Oasis e il brit-pop. Siamo sempre stati affascinati dalla musica inglese.
Qual è stata la vostra evoluzione artistica?
I primi cambiamenti ci sono stati dopo il diploma in cantautorato alla scuola di Mogol. Il nostro cantante ha iniziato ad avere un forte interesse per la musica italiana, dopo il nulla cosmico riempito soltanto da Battiato e Rino Gaetano, così abbiamo iniziato ad ascoltare i grandi miti italiani degli anni ’50 ed è nata la voglia di sperimentare nella nostra lingua. Queste nuove influenze hanno inevitabilmente cambiato gli Skelters che hanno cominciato a voler testare un possibile cambio di rotta.
Il vostro ultimo singolo è “Anima” che parla di come la società imponga determinate regole da seguire, com’è nato il brano?
È nato dal pensiero che nulla arriva per caso e tutto deve essere sudato, ma purtroppo in Italia non è così. Il mercato discografico valorizza i talent, non gli artisti che si formano per strada e che hanno alle spalle centinaia di concerti, è davvero assurdo. Il video di “Anima” è realizzato con la grafica dei videogame anni ’90 Tutti abbiamo vissuto gli anni ’90 giocando con i videogame così abbiamo pensato di realizzare qualcosa che li ricordasse distinguendoci anche dai  classici video musicali.
Un altro video molto originale è quello di “Siamo”, composto da oltre 100 selfie, com’è nato?
Nasce da un’idea di Paolo Ranzani che ha pensato di coinvolgere il maggior numero possibile di persone, così l’illuminazione dei selfie!
Quali sono le differenze principali tra l’album “Lux Mundi” e l’ep “Skelters”?
Sono due progetti molto diversi tra loro. Innanzitutto, la presenza di brani con testi in italiano, completamente differenti dai pezzi in inglese sia per argomenti che per modo di composizione. In secondo luogo, gli insert di Micro Korg che hanno reso tutto molto più elettronico dando una bella sterzata al genere che facevamo prima.
I testi delle vostre canzoni sono autobiografici?
Sì, sempre.
Alcune artisti con cui vorreste collaborare in futuro?
Battiato, Jovanotti e magari Paul McCartney.
Quali sono i vostri prossimi progetti?
Un nuovo album completamente in italiano in uscita quest’anno, poi non possiamo svelarvi di più!

notespillate

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Giornalista musicale, lavoro a Sky TG24

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