Dopo quasi un’anno dalla sua vittoria a X Factor, Giò Sada esce con Volando al contrario, il suo primo album che contiene 12 tracce inedite, composte interamente da lui sia prima del programma, altre nate nel corso del tour e altre ancora composte e arrangiate dopo la fine del talent. La composizione dei brani è tutta opera di Giò e della sua band, i BariSmootSquad composta da Alberto Bovino, Roberto Calabrese, David Campanella e Sandro di Lella. Lo abbiamo incontrato per farci raccontare il suo percorso dopo il talent.
Perché ha deciso di aspettare così tanti mesi dopo X Factor per far uscire il tuo album?
Abbiamo voluto rendere questo progetto discografico, un lavoro artigianale. Anche se non ero più in televisione dopo il talent le cose da fare erano molte e ci siamo voluti dedicare a questo progetto come fosse un’ulteriore inizio e non un’arrivo.
Non ha paura di non aver “colto la palla al balzo” non pubblicando un’album subito dopo la tua vittoria?
Certo, il rischio c’è sempre. Questo album è parte di una storia, se avessi pubblicato subito il mio disco non sarebbe stato di questo tipo.
Affronta il tema di essere sempre connessi, come sei riuscito a prenderti i tuoi tempi?
Per fare un disco non bastano due mesi, in così poco tempo non ti puoi rendere conto di cosa sta succedendo, è comunque stato un mettersi in gioco per tutti noi, non voglio pormi limiti. Volevo portare il nostro mondo in televisione, la musica ha bisogno di tempo.
In alcuni brani affronta un tema che è molto intimo, quello dell’amicizia, un’autore come approccia a questo argomento?
L’amicizia è molto presente nel brano “Lago” appunto perché questo brano alle spalle ha una storia d’amicizia. E’ stato composto al piano da Matteo Palieri durante la mia permanenza a X Factor, lui ha composto questa melodia e io ci ho aggiunto il testo. In generale a me è sempre piaciuto condividere, anche nel brano “Isola” dico che non c’è alcun bisogno di essere prima degli altri, nella lentezza c’è il bello.
Che consiglio da a chi vuole scrivere un’inedito?
Ora si punta molto a cantare in inglese per piacere ad un pubblicopiù vasto, ma si vede che non ci appartiene a pieno quel mondo, io consiglio di cantare in italiano. Nasci in un luogo che ti da una determinata identità culturale, l’italiano ha molto da esprimere.
Ora che è uscito l’album parliamo di tour?
Prima farò promozione durante gli instore in tutta Italia poi aprirò due date molto importanti: a New York aprirò il concerto di Max Gazzè poi a Los Angeles con i Negrita. Quindi a dicembre vado alla conquista dei club.