Un progetto nato nel 2012, quello di questo trio che ha scelto di chiamarsi Pagliaccio. Con questo articolo ci raccontano chi sono, chi saranno ma soprattutto che la loro musica fa stare bene. Meglio che andare dallo psicologo
di Pagliaccio
Pagliaccio nasce alla fine del rock e all’inizio dell’indie pop, nei primi anni dieci, in un contesto territoriale che mixa le prealpi piemontesi e la metropoli milanese. Pagliaccio è un singolare, ma in realtà a suonare siamo in tre, ognuno con le sue stranezze e le sue priorità. Quindi progetto singolare o plurale? Diciamo che siamo tre tipi singolari. Fondamentalmente il nostro orizzonte si rifà alla musica pop; lo abbiamo fatto sin dall’inizio, quando ancora non si poteva parlare di progetti indie sulle radio mainstream o di superstar divenute in breve tempo personaggi televisivi dopo essere partiti dalle cantine. Il nostro primo disco Eroironico è uscito nel 2012, il secondo disco La Maratona è uscito invece nel 2015.
Il tour di La Maratona si è concluso nell’ottobre 2016. In questi quattro anni ci sono state tante cose per noi: innanzitutto più di 400 date live in tutta Italia, la vittoria di alcuni concorsi nazionali e un po’ di collaborazioni con artisti che abbiamo conosciuto (Ex Otago, Alessandro Baronciani ad esempio con cui abbiamo collaborato per la canzone “Amore Cieco” su La Maratona). Abbiamo suonato prima di Passenger e Lumineers a Rock in Roma, siamo stati inviati per Mtv New Generation prima e Radio Deejay poi presso il Festival di Sanremo per parlare dei giovani in gara; abbiamo suonato un intero concerto “al buio” (totale assenza di qualsiasi fonte luminosa per noi ed il pubblico durante il live) all’Istituto per Ciechi di Milano in occasione della Giornata Mondiale della Vista e dell’uscita in concomitanza del nostro ultimo singolo “Amore Cieco”, che parla dell’amore tra due ragazzi non vedenti.
Poi ci siamo presi una pausa e mentre intorno a noi l’indiepop conquista le radio, i programmi Tv e i Gossip noi ci guardiamo intorno per scrivere cose nuove (che confluiranno in un disco nuovo). I tempi sono cambiati, un po’ di strade si sono aperte ma soprattutto un po’ di sensibilità sono cambiate e questo non può che essere positivo. La nostra musica guarda alle persone, alle storie, belle e brutte, facili e difficili, giuste e sbagliate: l’ironia ci nasconde per permetterci di raccontare vissuti universali, tipi umani, personaggi migliorabili, insicurezze, debolezze. Siamo tutti, noi tre compresi, migliorabili ma in fondo potenzialmente delle buone persone. Diciamo che vorremmo che ascoltarci fosse un po’ come andare dalla Psicologo senza pagare.