Torino, 20 ottobre 2018. Prima tappa ufficiale del tour di Ghali, dopo la data zero (o prova generale, come definita da lui) di qualche giorno fa a Mantova. Un passo importante nella carriera di questo giovanissimo ragazzo di periferia, che si trova catapultato all’improvviso dai piccoli club e dalle discoteche alle luci e ai palcoscenici dei palazzetti più importanti d’Italia, come riporta anche il titolo del tour, Dai palazzi ai palazzetti. Un percorso di crescita, maturazione e affermazione artistica per Ghali, che di questo spettacolo ha curato tutto, dalla scelta dei pezzi, ai giochi di luce, ai video che vengono proiettati tra una canzone e l’altra, fino ai dialoghi con l’amico immaginario Jimmy che creano dei siparietti divertenti e quasi surreali.
di Federico Moia
Uno spettacolo che, secondo le parole del cantante, sognava da tanto tempo, da quando si è accorto che il suo album non è solo una sequenza di canzoni, ma anche immagini, scene e ricordi che vengono evocati. Un impatto teatrale quindi. Buonissima la presenza con un Pala Alpitour pieno per un due terzi abbondante, con più di 8.000 presenze. Soprattutto giovanissimi, molti accompagnati dai genitori, famiglie intere accorse per vedere dal vivo non solo l’artista, ma anche il ragazzo di periferia che, affrontando mille difficoltà, è riuscito a sfondare. Ghali, nonostante non voglia essere chiamato un simbolo – come ci racconta durante la breve conferenza stampa prima dello show – percepisce in qualche modo la sua responsabilità di rappresentare un modello per tantissimi ragazzi e cerca quindi di ispirarli e motivarli attraverso il racconto della sua vita, leit motiv dell’intero show. Si inizia proprio con una delle canzoni più intimiste del rapper milanese, Lacrime, struggente lettera indirizzata a un figlio del futuro, dal testo delicato. Subito viene messo in risalto l’avvolgente scenografia dello show. Gigantesco monitor alle spalle che corre tra primi piani del ragazzo e animazioni immaginifiche, luci che lo seguono ad ogni passo (frutto anche della tecnologia di tracking messa a punto da The Perseverance), teli illuminati che danzano cambiando colore e uno stupendo palco video led. Un vero spettacolo per gli occhi, che fa capire anche l’impegno produttivo dietro a questo tour, frutto di ben 6 mesi di programmazione e progettazione. Ghali non è propriamente un istrione, si muove quasi timido sul palco, riesce a farsi amare e dirige con passione l’intero ensemble messo in piedi per questo tour. Già, perché, per la prima volta la sua voce viene accompagnata live da musicisti veri: Gianluca Ballarin alle tastiere, Luca Marchi al basso, Leonardo d’Angilla alla batteria e Dj Dev alla console, oltre a due bravissime coriste. Dopo il secondo pezzo, Optional, arriva anche il primo dei vari video che ripercorrono la storia del rapper fin da prima della sua nascita. Per la precisione, da quando la madre decise di fuggire dalla Tunisia per cercare una vita migliore in Italia. Una storia attuale, ma che il giovane milanese ripercorre con un senso drammatico e una passione che il pubblico coglie, empatizzando con il cantante. Il coinvolgimento è altissimo e per tutta
l’ora e quaranta circa di concerto la legione di giovanissimi accorsi per la prima data del tour, acclama il nome di Ghali, canta a squarciagola i ritornelli più famosi e grida di gioia. Poco importa se, in un paio di occasioni, il rapper cerchi di far cantare il pubblico che però mostra di non conoscere la strofa. Dopo il medley di Cazzomene/Vai tra/Sempre me, fa la sua “comparsa” l’amico immaginario Jimmy, che aiuta Ghali a raccontare la sua vita e a introdurre i vari pezzi. Le virgolette sono d’obbligo visto che Jimmy è una voce registrata con cui Ghali dialoga. Paradossalmente, la spigliatezza quasi logorroica di Jimmy mette ancora più in evidenza la scarsa estroversione di Ghali, forse anche connaturata alla sua musica intimista e molto personale. Dopo la hit Pizza Kebab, cantata all’unisono da tutto il Pala Alpitour, il primo cambio d’abito. Dalla classica tuta da rapper si passa a una specie di giacca verde da circo. E, con quella divisa, il
rapper spara in sequenza Willy Willy, Mamma e Ora d’aria, in cui i ritmi tribali prendono il sopravvento e anche Ghali picchia sulle percussioni, scaldando l’atmosfera. La festa continua tra i dialoghi con Jimmy e i video che raccontano la vita dell’artista, cercando sempre di mettere in luce le difficoltà affrontate, a cominciare dalle sue origini di immigrato tunisino e di tutto che ne consegue. Lo spettacolo corre quindi tra una Free Style Salvini, una Ricchi dentro e una Come Milano in cui il ritornello – trasformato in Come Torino – fa letteralmente impazzire il pubblico. Dopo la sognante Dende accompagnata sugli schermi da una versione a cartoni animati del rapper, la seconda pausa e il secondo cambio d’abito. Salendo da una scala direttamente al centro del palco, vestito con una giacca ricoperta di brillantini, Ghali dà inizio alla terza parte dello spettacolo, che raccoglie tutti i suoi più grandi successi, finalmente cantati, urlati parola per parola da tutti gli spettatori, che saltano e tambureggiano con i piedi anche sugli spalti più alti. Happy Days scalda subito tutti gli animi, mentre intonando Ne è valsa la pena viene raggiunto sul palco dall’amico e collega Capo Plaza, rapper salernitano. È solo il primo dei numerosi ospiti presenti in questo tour. Amici – non solo musicisti, dice Ghali – che condivideranno il palco con lui durante le varie date per regalare di volta in volta al pubblico chicche esclusive. Anche nella successiva Peace & Love un ospite, nientedimeno che Charlie Charles, rapper e produttore dello stesso Ghali, e si nota il grande rapporto di amicizia e complicità tra i due. Il resto della scaletta vede le altre super hit dell’artista di origine tunisina, come Zingarello, la latineggiante Vida e Habibi. Al bis sono riservate Ninna Nanna e Cara Italia, il cui ritornello ormai famosissimo viene ripetuto in chiusura diverse volte in modo da far cantare tutto il pubblico. Tra i saluti finali, l’anticipazione che nel 2019 arriverà il nuovo disco con tante nuovi pezzi, notizia che manda letteralmente in visibilio i giovani fan. Il tour è anche questo, “un abbraccio al suo pubblico prima di chiudersi in studio per lavorare ai nuovi pezzi”. Cosa dire quindi in definitiva della “prima volta” di Ghali in un contesto così importante? Sicuramente se l’è cavata bene, è riuscito conquistare il pubblico, ha fatto letteralmente impazzire i fan. Nonostante la sua attitudine riservata e intimista, quasi un unicum nella scena rap, ha retto decisamente bene il salto su una grande passerella. Qualche macchia dobbiamo comunque rilevarla, soprattutto di fronte alla sua stessa consapevolezza di essere un modello per i più giovani. Un paio di scene in cui fuma nei video che corrono dietro il palco, oltre a numerosi e un po’ stucchevoli inviti di Jimmy ad acquistare il merchandise del rapper – seppur presentati come scherzo – sono piccoli dettagli che però fanno storcere il naso e pongono l’interrogativo su come potranno essere percepiti dai fan più giovani. Per il resto tutto l’evento si snoda come il sogno di un ragazzino immigrato di periferia che ama la musica rap e che è riuscito a tradurre i suoi obiettivi in un’attività artistica riconosciuta e apprezzata ormai anche dal vasto pubbico. Una storia di redenzione e di successo, contro i pregiudizi e gli stereotipi. Una storia universale, che secondo lui potrebbe facilmente portata in giro per il mondo, tanto le situazioni e gli scenari sono universali (non per niente Ghali è molto amato nel suo paese d’origine). Ed è questo il messaggio migliore che comunica Ghali e in cui, davvero, può essere un modello.