Dopo l’anteprima a San Benedetto del Tronto ha preso il via il 4 aprile da Bologna il Cenerentola Tour di Enrico Nigiotti, che porterà in giro per i teatri l’album che ne ha ufficialmente consacrato l’ingresso tra i più apprezzati cantautori italiani degli ultimi tempi. In questi anni di rinascimento musicale vengono alla luce cantautori il cui talento troppo a lungo è rimasto sopito. Preziosi anni di gavetta (Amici, Sanremo Giovani, concorsi, opening act) sono culminati per Enrico nella partecipazione a X Factor, che gli è valsa il terzo posto, un singolo certificato platino (L’amore è) ed un gran bel riscontro di pubblico che lo scorso giovedì non si è risparmiato in applausi.
di Camilla Battista
“Scrivo non a tavolino ma per esigenza di esprimermi” mi racconta qualche ora prima del concerto. “Sono cresciuto col blues, ma le storie più belle te le racconta sempre la musica country. In questo album ci sono piccoli diari di vita personale.” Cenerentola ed altre storie… sembra effettivamente essere stato concepito all’ombra di un albero, in un campo di grano o sulle sponde di un fiume, nella calura estiva, con una chitarra acustica alla mano ed un cappello da cowboy. Un piccolo diario di 14 bellissime pagine che passano in rassegna le esperienze e i gusti di Enrico. La produzione (Sony) risulta curata ed efficace tanto nel registrato quanto dal vivo, sposandosi perfettamente con la semplicità così potente e vera del messaggio: bisogna vivere pienamente le emozioni e l’amore (per se stessi e per gli altri) in tutte le declinazioni senza perdersi nell’errore di non abbracciare il dolore per superarlo e nella paura di non sentirsi abbastanza.
Padronanza scenica, voce al contempo delicata e dolce e poderosa e graffiante, abilità con la chitarra non comuni sono state le qualità preponderanti e chiare sin dal primo pezzo: che ogni artista vada sempre ascoltato dal vivo per conoscerlo ed apprezzarlo pienamente è una incontrovertibile verità. È entrato sul palco da solo con la sua chitarra per iniziare questo viaggio proprio con L’amore è in acustico, per poi proseguire con altri pezzi dell’album suonati con la band: l’energica Campari Soda, Complici (incisa con Gianna Nannini), la dolcissima Lettera da uno zio antipatico dedicata alla nipotina e E sarà. Toccante è stata la dedica ad una scrittrice da lui molto amata, Alda Merini, con La ragazza che raccoglieva il vento. Una perla. Il pubblico è poi esploso con la struggente ed emozionante Nonno Hollywood (decimo posto a Sanremo 2019 e certificata ieri disco d’oro) e con l’omaggio a Pino Daniele, sua costante ispirazione, con una potente Je so’ pazzo. Ha spaziato musicalmente, sottolineando la versatilità del suo range vocale, dalle ballad ai pezzi più vivaci del nuovo e vecchio repertorio. Arrivano una riflessiva ninna nanna, Buona Notte, Qualcosa da decidere,
presentata a Sanremo Giovani 2015, il sentito tributo a Dalla con Piazza Grande e la storia di una donna, dei suoi rimpianti e dello scorrere inesorabile del tempo in Bomba Dopo Bomba. Due pezzi di repertorio: una delle prime ballad, Il tempo non rispetta, e l’inno alla vita Goccia in Goccia, ripescate dall’album Qualcosa da decidere pubblicato nel 2015. Dal ritratto di una normale e genuina storia d’amore col singolo Nel silenzio di mille parole ad una delle prime composizioni, Tu non farlo, ironica critica alla società che si innesta sul confronto con una mamma troppo severa (ma a cui vuole un gran bene) che gli dice cosa deve e non deve fare, si va verso un meraviglioso finale con una standing ovation su L’isola che non c’è di Bennato, proposta ad X Factor, ed altri tre pezzi del nuovo album: Devo prendere il sole, la più ottimista e country, Tuo per sempre, ballad molto intensa ed accorata, particolarmente apprezzata dal pubblico, e Un altro giorno. Per fortuna è tornato in scena concedendo un bis in cui ha presentato Chiedo Scusa, definendolo “suo testamento”: uno dei quei brani che si lasciano ascoltare e che fanno riflettere. Enrico tira un po’ le somme, tracciando un bilancio del suo vissuto che si proietta perfettamente sulle vite di tutti. Torna al centro l’Io e l’importanza di prendersi cura di se stessi per essere poi capaci di amare gli altri:
Ho incontrato la speranza sotto un cielo senza stelle
Io mi gioco l’esistenza non guardatemi le spalle
Senza alcun tipo di uscita corro in faccia il mio destino
Che sia grande che sia niente sarà sempre quel che sono
Però ho voglia di gridare tutto quello che mi sento
E chiedo scusa a tutti quanti
Se penso sempre troppo tardi
E intanto muoio dentro alla paura
Di non essermi preso cura di me
Per anaciclosi emotiva il concerto si è concluso come è iniziato: L’amore è, eseguita con la band, ma cantata principalmente dal pubblico in delirio, che rappresenta la sua rinascita e che corona al meglio l’intero percorso artistico. Lo sguardo felice e soddisfatto mi ha fatto pensare alle parole di una sua canzone: “Ricorda che sorridere è un modo per ricominciare”. Ed è proprio vero che la perseveranza e la volontà ripagano sempre.
In attesa del tour estivo (e di una probabile data al Castello Sforzesco a Milano) ecco le date nei teatri:
14 aprile: Teatro Politeama Greco (Lecce)
15 aprile: Teatro Acacia (Napoli)
17 aprile: Teatro Toniolo (Mestre)
23 aprile: Teatro Politeama Genovese (Genova)