DI LUCREZIA VITTORIA NATALE
Chi non ha mai ballato e cantato sulle note delle loro canzoni? I The Rasmus hanno fatto scatenare tutto il Pala Alpitour di Torino durante la loro performance nella seconda semifinale di Eurovision Song Contest 2022, al quale partecipano rappresentando la Finlandia, con Jezebel. Pubblicata come singolo lo scorso 18 gennaio, la canzone ha vinto l’annuale competizione per la selezione dell’artista rappresentante della Finlandia al contest Uuden Musiikin Kilpailu, il 26 febbraio.

Si tratta di un brano scritto dal frontman e cantante della band Lauri Ylonen e Desmond Child, celebre produttore che ha lavorato con leggende del rock come Bon Jovi, Alice Cooper e i Kiss. Il brano nasce in poche ore a partire dal demo di Lauri. Il cantante definisce Jezebel, il cui titolo trae ispirazione dalla figura biblica della regina di Israele, come “un omaggio e un tributo alle forti donne di oggi, padrone del loro corpo e dalla loro sessualità.” La band, nata nel 1994, riscuote, a quasi trent’anni dalla sua formazione, ancora molto successo non solo nel suo paese ma anche in tutta Europa e nel mondo. Infatti, si tratta del gruppo finlandese più conosciuto a livello internazionale, la cui hit più famosa, In The Shadows, ha raggiunto 100 milioni di streaming su Spotify, nonostante sia uscita nel 2003, molti anni prima che la piattaforma di streaming esistesse. Il gruppo ha pubblicato nove album che li ha portati alla vittoria di premi anche a livello internazionale. L’esibizione energetica della semifinale ha garantito ai rappresentanti della Finlandia un posto alla finale del contest che si terrà domani sera, sabato 14 maggio, alle 9.
Come vi sentite nel rappresentare il vostro paese, la Finlandia, in tutta Europa?
Per noi è un onore. Amiamo il nostro paese e abbiamo suonato in concerti in tutto il mondo con la missione di rappresentarlo ogni volta che saliamo sul palco. Questa volta, all’Eurovision, è diverso, una grande occasione per esibirci davanti ad un pubblico veramente internazionale. Si tratta del più grande concerto che abbiamo mai suonato.
Com’è per voi esibirvi senza Pauli, con il quale avete condiviso il palco per così tanti anni, ma con un nuovo membro, Emppu?
Suonare con Emppu è bellissimo. Lei è con noi da settembre e sentiamo che la band è ora completa e sana, rinata. Questo rappresenta un nuovo inizio. Abbiamo un tour che sta per partire, un album in arrivo, e suoneremo in Italia, a Milano, a settembre.
Com’è nata la Jezebel? A cosa si ispira?
Tutto è iniziato l’estate scorsa, quando abbiamo avuto l’idea di creare una canzone da portare all’Eurovision Song Contest 2022. Avevamo una chiara visione del fatto che avremmo voluto partecipare: volevamo essere a Torino nel maggio 2022. È stato fantastico avere questo piano perché a causa della pandemia abbiamo vissuto un momento difficile in cui non potevamo suonare. Ci siamo sentiti vuoti. Sono stati anni terribili, soprattutto per i musicisti che hanno smesso di fare il loro lavoro. Eurovision è un’esperienza straordinaria, ricca di sorprese. Ora che lo stiamo vivendo, è molto più di quello che avevamo immaginato. Per quanto riguarda la canzone, Jezebel è un nome biblico: si tratta della regina di Israele, un personaggio femminile speciale e pericoloso, capace di cose malvagie. È una figura molto forte, una combinazione di “bellezza” e “bestia”. Questa è stata l’ispirazione per la canzone. Il brano è un omaggio e un tributo alle donne forti di oggi, padrone del loro corpo e dalla loro sessualità. Infatti, anche la performance rende l’idea del pericolo e del divertimento allo stesso tempo.
Come avete gestito l’enorme successo che avete raggiunto con l’uscita di In The Shadows nel 2003?
In The Shadows è stata prima nelle classifiche di moltissimi paesi e questo ha cambiato completamente le nostre carriere e le nostre vite. È stato un sogno diventato realtà ma ha anche comportato sforzi e duro lavoro, come sempre succede con hit del genere. È stato un periodo incredibile. Tutti conoscono la canzone. Abbiamo visitato molti paesi e continuiamo a farlo.
Quali sono i vostri artisti italiani preferiti?
Conosciamo qualche canzone di Zucchero, come È Un Peccato Morir.Amiamo Volare di Domenico Modugno. Ovviamente, conosciamo anche i Måneskin e abbiamo apprezzato vederli l’anno scorso all’Eurovision. Hanno una grande attitudine rock.
Pensate che il pubblico si relazioni alla vostra musica in modo diverso in base al paese?
Sì, per esempio in America Latina, dove abbiamo suonato più volte, il pubblico è rumoroso e sonoro. Si formano molti mosh pit durante i concerti. In Europa il pubblico ha un approccio diverso, soprattutto in Finlandia, dove abbiamo modi diversi di fare festa. Amiamo esibirci anche in Italia e in Spagna, dove il pubblico è molto caloroso.
Quali paesi in gara “temete” di più come rivali?
Siamo l’unica band rock in finale ed è una buona situazione per noi. È difficile dire da chi dovremmo essere spaventati perché tutti gli altri partecipanti suonano generi diversi dal nostro. Inoltre, vogliamo concentrarci su noi stessi e qui a Eurovision l’atmosfera tra i vari artisti è molto amichevole e piacevole.
Per le persone italiane che ancora potrebbero non conoscervi, anche se siete molto conosciuti nel nostro paese, come descrivereste la vostra musica e la vostra band?
Siamo un insieme di rock, alternative e pop. Abbiamo uno stile minimalista spesso con influenze scandinave e di malinconia finlandese. Abbiamo atmosfere scure ma anche molto energetiche, con influenze provenienti dagli anni ’80 e ’90, gli anni in cui eravamo ragazzi.