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Ron si racconta nell’intimo album Sono un Figlio

di MARCO LATINI
“Sono un figlio”, è il titolo del nuovo album autobiografico di Ron in uscita il 30 Settembre, a distanza di 8 anni dal suo ultimo lavoro in studio. Su etichetta Le foglie e il vento, e distribuzione Sony Music, il disco di inediti è parte del progetto per i 50 anni di musica dell’artista. Questo progetto comprenderà il disco, un tour teatrale a seguito del successo dei concerti estivi ed un’attesissima doppia raccolta dei suoi successi.

Credit Edoardo Bianco per IMSocial

Sono le 11 circa, siamo nel quartiere Maciachini a Milano. Zona appartenente al municipio 9. Mi sto recando in Sony Music per l’occasione di scambiare due parole con Rosalino Cellamare, in arte Ron. Adoro passeggiare per queste strade perché è subito visibile la vigorosa multietnicità che le caratterizza. Colori, profumi e culture si intrecciano senza perdere le proprie caratteristiche. Si può respirare ogni singola differenza riuscendo a vivere ciò che le unisce. Nel quartiere Maciachini è ancora presente l’italianità pura e antica, come una tradizionale melodia cantata da voci nuove. Che fortuna, penso, poter incontrare qui e oggi Ron; uno dei più importanti ed iconici cantautori italiani nonché protagonista assoluto della musica d’autore. Artista con una delle carriere più longeve e prestigiose di tutto il panorama musicale Italiano che vanta collaborazioni con icone come De Gregori, Fiorella Mannoia, Pino Daniele o Lucio Dalla, con cui ha inciso numerosi singoli e soprattutto ha vissuto una lunga amicizia.

La calma ma possente empatia di Ron, è la prima cosa a colpirmi. Appena entrato nella stanza, gli è bastato un sol sorriso spontaneo per mettere tutti a proprio agio. Il suo sguardo, è profondo, ricco e senza timori, come acqua cristallina in mare aperto. Si mostra rilassato e contento di vederci. Mi sembra di conoscerlo da una vita ed allo stesso tempo non ho idea di chi veramente ho davanti. Accordando la chitarra, dichiara di essere impaziente di farci sentire alcuni dei brani che compongono il nuovo album “Sono un figlio”, progetto in cui si racconta come mai prima d’ora. Ron in questo disco usa una profonda introspezione per cantare emozioni forti ed intime, riuscendo ancora a stupirci parlando di sé stesso ma raccontando noi. Mai l’artista si è mostrato così apertamente, lasciandoci affogare nei suoi pensieri e sentimenti al punto da rendere mie le sue tempeste, al punto da riconoscermi e riflettermi completamente come in uno specchio d’acqua. Sono un figlio, è una dichiarazione d’amore composta da 13 brani; dedicata al padre ma non solo. Ron dichiara infatti di sentirsi figlio di tutti gli Italiani, che lo hanno accompagnato nella musica che per lui è vita e ragione per restare in piedi. Avere una carriera così lunga, vedere susseguirsi le generazioni, porta a legare con il suo pubblico al punto da essere una famiglia. Rosalino ama le persone ed il rapporto che la sua voce instaura con loro. Passeggia per strada e raccoglie ogni giorno con passione quello che il suo duro lavoro ha seminato nel cuore della sua gente.

“La musica è la vita che scelgo ogni giorno per me. Il mio intento è comporre un mosaico con le canzoni, che a volte possono farci piangere o sperare, e che in fondo, rilevano l’essenza più intima di noi” – Rosalino
Cellamare La sconfinata ed eterna passione per la musica e le persone, porta Ron a scegliere tra le sue canzoni preferite di sempre “Una città per cantare”, brano inciso con numerosi altri artisti per la lotta alla SLA, terribile malattia neurodegenerativa. Per un cantautore è un’anomalia, ma la voglia di fare musica insieme è presente anche nel nuovo album Sono un figlio, in cui Ron si mette nuovamente in gioco collaborando con altri artisti anche molto giovani, come il talentuoso cantautore Fiorentino Giulio Wilson. Sono un figlio, chiama a raccolta collaboratori come Bungaro, Cesare Chiodo, Guido Morra, Maurizio Fabrizio, Mattia del Forno, Donato Santoianni, Leo Gassman, Finneas O’Connel, Niccolò Agliardi, Edwyn Roberts, Valter Sacripanti e altri.

Dopo aver accordato dolcemente la chitarra, senza perdere il sorriso, Ron suona alcuni dei nuovi brani trasportato da una travolgente passione, che contagiosa unisce i presenti in un’intima atmosfera capace solo alla musica.
L’album, si apre con la canzone omonima, “sono un figlio”. Per la prima volta Ron ci racconta di papà Savino e della storia d’amore dei suoi genitori, nata durante la seconda guerra mondiale. Il padre conobbe la madre rifugiandosi nella sua casa fuggendo dalla guerra, e come nelle migliori favole, immediatamente se ne innamorò. La tracklist prosegue con “Abitante di un corpo celeste”, solare brano in collaborazione con Guido Morra, che parla con dolcezza del nostro amato Pianeta e di noi abitanti precari a tempo determinato. “Più di quanto ti ho amato”, in collaborazione con Bungaro / Cesare Chiodo / Rakele; singolo uscito in Primavera che narra dell’attuale difficoltà ad amare qualcuno in modo intenso. Segue “Diventerò
me stesso”, con Guido Morra e Maurizio Fabrizio. La storia di un uomo solo che cammina per le strade, ed è felice. La fantastica capacità di stare bene senza bisogno di nessuno. “Un astronave nel cielo”, meraviglioso brano che descrive le paure che l’amore porta con sé, con l’aiuto di Mattia Del Forno. Ogni canzone nasconde emozioni, consigli, rimpianti e lezioni. Ron si mostra estremamente umano in questo album. Sono un figlio, si conclude in modo atipico, con un pezzo che avrebbe tutta la stoffa per aprirlo e farci innamorare al punto da ascoltarlo tutto d’un fiato. Il brano si chiama “i gatti” ed è stato scelto per l’uscita dell’album. È scritto da Giulio Wilson con Ron e Valter Sacripanti. I gatti, è un brano poetico con una spruzzata di malinconia, dove la presenza dei felini si intreccia con la mancanza della persona amata. “Amori che nascono per caso e se ne vanno all’improvviso, quando non li senti più…Il cielo sembra un quadro di Magritte dipinto sopra i tetti. Apri le finestre, questa sera puoi sentire che mi manchi. Mi è sembrato di vederti tra la luna e le antenne dei palazzi, quando senti che ti penso lo sentono anche i gatti. Qualcuno dice che sono extraterrestri, forse sono solo un po’ più tristi di me”.

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Giornalista musicale, lavoro a Sky TG24

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