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Diodato emoziona Parigi: la recensione del concerto al Café de la Danse

di LUCREZIA VITTORIA NATALE

Dopo le date nei principali club italiani, Diodato torna in tour anche in Europa. Il 24 marzo scorso, il cantante ha pubblicato il suo quarto album “Così speciale”. Diodato fa così il suo ritorno a tre anni di distanza da “Che vita meravigliosa”, album che contiene “Fai Rumore”, con cui l’artista ha vinto il Festival di Sanremo 2020. Prodotto e mixato da Tommaso Colliva e masterizzato da Giovanni Versari, “Così speciale” racchiude le diverse anime del cantautore attraverso ballate e pezzi più movimentati, tra il romanticismo e la nostalgia, testi introspettivi e suoni che invitano a ballare.

Diodato (Credit A. Albi)

Ho il piacere di ascoltarlo dal vivo a Parigi, proprio dove aveva iniziato il suo tour europeo dello scorso autunno. A Café de la Danse, una sala che sapeva di casa e di Italia, nel vociare del pubblico fra l’italiano e il francese, entrano i musicisti che accompagnano Diodato nel suo viaggio. Diodato è accolto immediatamente dagli applausi e inizia la serata con “Così speciale”, una ballad che scalda subito la sala con la sua intensità. Si percepisce chiaramente l’emozione del cantante di fronte a un pubblico che conosce a memoria tutte le parole. Con “Ci vorrebbe un miracolo”, brano che trasmette ottimismo e gioia, Diodato fa ballare Parigi. In effetti, gli spettatori sono molto coinvolti: si tratta di un pubblico variegato, dalla prima fila di ragazze che cantano a squarciagola, al ragazzino scatenato che balla tra il parterre e i posti a sedere, ai partecipanti meno giovani che si muovono anche da seduti. Dopo “Occhiali da sole”, che fa alzare in alto tutti i telefoni per i video, “Fino a farci scomparire” è una canzone che fa visibilmente emozionare il pubblico, per la sua nostalgia che non diventa stucchevole e una sincerità disarmante. È questo che più colpisce di Diodato: la sua semplicità lascia che siano le canzoni a comunicare tutto, senza sovrastrutture; solo la sua presenza sul palco e la professionalità dei musicisti che lo circondano.
Il concerto continua con “Ubriaco”, “Mi fai morire”, “Ormai non c’eri che tu”, ed “Essere semplice”, un inno divertente, un invito ad accettare la propria originalità e a non soffocarla. E poi ancora, la toccante “Cosa siamo diventati”, la speranza di “Un’altra estate”, e la scatenata “Ma che vuoi”. Diodato si prende qualche minuto per sedersi sul bordo del palco e interagire col suo pubblico. Scherza sull’uso di diverse lingue durante il tour, parla in italiano e si cimenta nell’inglese e nel francese, per farsi capire da tutti. È particolare il momento in cui, con delicatezza, sfila dalle mani il telefono a una fan e lo appoggia sul palco prima di cantare “Vieni a ridere di me”. Si prosegue con “Adesso”, canzone con cui l’artista partecipò al festival di Sanremo nel 2018: la scaletta ripercorre le grandi tappe della carriera di Diodato.

Dopo “Lasciati andare “, “Ci dobbiamo incontrare”, e “Babilonia”, è il turno di “Fai rumore”: il cantante scende a cantare in mezzo al pubblico del parterre creando un momento magico. Diodato regala al pubblico parigino anche “Cretino che sei”, non prevista dalla scaletta: “questa doveva essere l’ultima, ma ne canto un’altra ancora perché sono un cretino”. Dopo i ringraziamenti del cantante ai fan per aver reso meravigliosa la sua vita, il concerto si conclude con “Che vita meravigliosa”. Non con la “prepotenza” che spesso caratterizza le grandi pop star, ma con una classe e una delicatezza che sono sempre più rare, Diodato riesce a far sentire la sua voce e a far emozionare, dimostrandosi uno dei più grandi artisti nel panorama italiano.

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Giornalista musicale, lavoro a Sky TG24

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