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HÅN, il mondo interiore si rompe fuori dalla stanza

La cantautrice, già conosciuta per i precedenti lavori scritta in lingua inglese – che hanno attirato l’interesse di stampa italiana e internazionale portandola ad esibirsi in venue prestigiose come Primavera Sound, Eurosonic e Nooderslag e in apertura ad act come Cigarette After Sex e Bonobo – torna con il suo primo lavoro in italiano.


HÅN

Anticipato dalla pubblicazione dei singoli “Danni”, “Labirinto” e “Lontano”, L’EP contiene le tracce inedite “Fare finta” e “Fulmini”. I testi dell’artista rimandano a una dimensione intima ma reale, affrontando le tematiche della perdita, della crescita e di tutto ciò che esiste in mezzo alle coordinate di questo spettro. Tutti i brani sono stati scritti da HÅN con la direzione artistica di okgiorgio e Marco Giudici (con il contributo di Fight Pausa e nvcnt), che hanno portato avanti la ricerca di un suono che nascesse da due diversi approcci, unendo sonorità “grezze” ma delicate, dando vita ad una produzione acustica e organica, processata e portata all’essenziale fino al punto da suonare quasi lo-fi.

Quella della “stanza” è un’immagine che è spesso tornata nelle tracce di HÅN: la camera da letto è un luogo profondamente intimo, uno spazio dove inizia e termina la giornata, accessibile a poche persone. Proprio per questo è molto poco connesso con il mondo esterno. E’ insieme un isolamento, un luogo creativo dove esplorare la propria interiorità e sperimentare delle metamorfosi.

Sospese tra atmosfere sognanti ed eteree, a tratti dark, le tracce dell’EP esorcizzano e trasformano il malessere della cantautrice in qualcosa di nostalgico, diventando il mezzo attraverso cui lasciare andare i propri attaccamenti.

“Fare musica per me è uno specchio con il quale guardarmi ed estendermi. Con “fuori dalla stanza” ho voluto ricreare un immaginario nel quale sono una bambina che gioca, racconta e scrive storie ricreando la realtà esterna dentro la sua camera fino a quando qualcosa da fuori infrange il suo mondo interiore.”

TRACKLIST
1. Fulmini
2. Lontano
3. Labirinto
4. Danni
5. Fare Finta

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Naska infiamma il KEfestival tra pioggia, ribellione e adrenalina

di SERENA PAESANO

Domenica 8 settembre, il KEfestival di Concordia sulla Secchia ha ospitato uno degli artisti più rappresentativi della scena pop-punk italiana: Naska. Nonostante la pioggia incessante, il concerto si è tenuto grazie alla determinazione degli organizzatori, giovani volontari impegnati a creare un evento nuovo e fresco, ma anche benefico, con gli utili destinati a favore del reparto di Oncologia Pediatrica del Policlinico di Modena.

Naska

Una domenica uggiosa, lenta, malinconica, di un settembre che ha già appannato i ricordi dell’estate appena trascorsa. Ma i concerti sono avventure e l’accoglienza dei ragazzi di KeFestival, vestiti con magliette fucsia e sorrisi contagiosi, hanno creato un bellissimo ossimoro che subito ha risollevato la giornata, poi esplosa in una serata carica di adrenalina intorno alle 21:30 con l’arrivo di Naska sul palco. Il cantante, all’anagrafe Diego Caterbetti, classe 1997, con il suo look da skater californiano, i capelli neri spettinati e i tatuaggi sparsi su tutto il corpo, ha dimostrato di saper incanalare la ribellione e la nostalgia del pop-punk anni 2000. Ad un tratto la pioggia è come sparita, pur continuando a cadere, lasciando posto solo ad un’esibizione travolgente, divertente, a tratti commovente, mentre i fan si sono scatenati sotto la pioggia, partecipando a un pogo furioso e al classico stage diving sulle note di “Punkabbestia”.

Il concerto, tappa ufficiale del Summer Fucking Tour, è stato un viaggio nel pop-punk dei primi anni 2000, con chiari richiami a band come Nirvana, Green Day e Blink-182. Le influenze sono evidenti in brani come “Polly”, tributo ai Nirvana, o “Fine settembre”, che evoca l’atmosfera malinconica di “Wake Me Up When September Ends”

La musica di Naska riflette il disagio e le contraddizioni dei suoi coetanei, quella generazione a cavallo tra millennials e Z. Nei testi racconta delle difficoltà nel trovare il proprio posto nel mondo ma della voglia di vivere secondo le sue regole, parla di “friendzone” e “scopamicizie”, ma non dimentica l’amore ed il suo legame con la famiglia, come nel toccante “Wando”, dedicato ad un momento di malattia del padre. Racconta della costante voglia di evadere, che sia verso la “California” o sotto i fumi di alcol e droghe, ma non si tira indietro mai se deve mostrarsi reale nel suo “Fare schifo”.

Naska è un Giovane Holden contemporaneo un po’ punk, un ragazzo che cerca di restare fedele a sé stesso, nonostante le pressioni sociali. Si definisce spesso un “ragazzino”, mantenendo quella freschezza e quella ribellione che lo collegano a un pubblico giovane, complice e affezionato.

La sua esibizione è stata un’esplosione di energia, tra momenti di puro caos e riflessioni intime, che ha coinvolto il pubblico dall’inizio alla fine, trasformando una malinconica domenica di pioggia in grande energia per cominciare la nuova settimana.

Setlist del Summer Fucking Tour (With Condom):

  1. Pronto soccorso
  2. Schiena dritta
  3. Fuori controllo
  4. 7 su 7
  5. Polly
  6. A nessuno
  7. O mi uccidi
  8. A testa in giù
  9. Mai come gli altri
  10. Spezzami il cuore
  11. California
  12. Rebel
  13. Cattiva
  14. Non ditelo ai miei
  15. Non me ne frega un cazzo
  16. Vaffanculo per sempre
  17. Tranquillo mai
  18. Baby don’t cry
  19. Fine settembre
  20. Horror
  21. Wando
  22. Berlino
  23. Punkabbestia
  24. 7 su 7
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Magaia, crescere imperfetti è Le monde ne sait pas

Da venerdì 13 settembre 2024 sarà disponibile in rotazione radiofonica e su tutte le piattaforme di streaming digitale Le monde ne sait pas, il nuovo singolo di Magaia.

Magaia

Le monde ne sait pas è un brano rivolto a tutte le persone che, almeno una volta nella vita, si sono sentite a disagio nel socializzare nonostante avessero un forte carisma e molto da dire. Queste persone si sono forse trovate in un luogo dove non si sentivano a proprio agio, sopraffatte da intense emozioni e incapaci di esprimerle. Il messaggio della canzone è un invito a prestare ascolto a quelle pulsazioni interne e a lasciarsi andare, sottolineando quanto sia liberatorio essere se stessi senza provare imbarazzo o vergogna davanti agli altri, perché nessuno è perfetto. Tutti abbiamo un passato contrassegnato da momenti sia belli che brutti, da traumi e ricordi che ci hanno inevitabilmente segnato. Commenta l’artista: “Siamo il frutto della nostra esperienza e nessuno merita di essere giudicato. Vivo la mia vita nella maniera più spensierata possibile, senza se e senza ma cercando di essere ogni giorno una persona migliore ma non perfetta”.