Tricky spiega i suoi “False Idols”. In una intervista a Note Spillate, l’ex leader dei Massive Attack, racconta questo suo perido tristemente felice. Gratitudine alla Domino per il passato ma anche qualche frecciata. Ora è “griffato” Island Records e ha conquistato la sua libertà. Una chiacchierata serena, a ridosso dell’ora di cena, faccia a faccia.
Lei ha dichiarato di aver nuovamente ritrovato se stesso con questo nuovo album, cosa vuol dire?
Quando ero alla Domino ho fatto un errore, cercavo Chris Blackwell, che era invece alla Islands Records: perciò ho capito che dovevo fare tutto con le mie sole forze. Domino era un ottima etichetta ma quelli che vi lavoravano avevano un’ottica differente dalla mia quando si trattava di musica. Inoltre Domino non è più indipendente come era agli esordi.
Cosa è cambiato?
Ora faccio tutto ciò che ho sempre voluto fare, quando ho voglia di farlo. Non cerco più di scrivere una canzone che sia adatta alla radio. Più che trovare me stesso ho capito che non ho bisogno di firmare un contratto con una grossa casa discografica e ho capito che non avrei dovuto fare affari con certe persone. Solo adesso ho firmato un accordo con una casa discografica che finalmente mi capisce: così è più facile fare musica, scrivere una canzone, andare in tour, fare qualsiasi cosa insomma.
E’ per questo stato di grazia che riesce a scrivere intere canzoni anche in due ore?
Quando ho composto gli ultimi due album prima di mixare una canzone mi assicuravo che alla casa discografica piacessero i demo, ma il proprietario della Domino non aveva mai scritto e composto una canzone, quindi tutto questo rendeva la registrazione deprimente. Ora al contrario è tutto molto divertente, ecco perché riesco a comporre in così poco tempo.
Lei ha detto che adesso è anche meno focalizzato su ciò che pensa la gente su questo album e che per lei “False Idols” potrebbe essere anche meglio di Maxiquaye. Cosa intende?
Le persone potevano facilmente ricreare Maxiquaye, potevano cantare quelle canzoni o dare vita a canzoni simili. Con questo album, invece, è impossibile farlo.
Non era soddisfatto degli album precedenti?
Non ero contento delle mie condizioni lavorative forse è per questo che non sono stato completamente soddisfatto dei risultati. Ero infelice alla Domino e la cosa si è riflessa su ciò che stavo facendo. Tutti coloro che lo hanno sentito hanno detto che questo album è di gran lunga migliore dei miei ultimi due album e la ragione è la mia felicità attuale.
Che cosa ha fatto in questi ultimi tre anni?
Ho curato le mie relazioni di lavoro, cambiando manager e cambiando i contratti. Ho forse cercato di mettere un po’ d’ordine nei miei affari prima che nella mia musica. Ho aspettato finchè non è arrivato il posto giusto in cui essere.
Può dire qualcosa circa le collaborazioni in questo nuovo album?
Ho collaborato con una ragazza molto giovane, Francesca, che ha origini italiane in quanto suo padre è di Napoli. Ha solo 24 anni ma appartiene alla vecchia scuola, è un puro talento. Ho collaborato con un ragazzo di Hong Kong, Fifi Rong, oltre che con Nneka, un talento nigeriano e ultimo, non per importanza, con mio fratello.
Le nuove generazioni tendono a imitare i modelli sbagliati o solo ciò che c’è di sbagliato nei loro modelli: è per questo che ha scelto “False Idols” come titolo?
Ti può piacere qualcuno, e puoi anche apprezzare la sua musica ma per idolatrare qualcuno devi sapere che non puoi seguire qualcuno senza sapere dove stai andando. È folle pensare di seguire qualcuno che non ha una direzione, è necessario avere la propria vita. Non è salutare essere ossessionati dai modelli.
Lei ha sempre giocato con le contaminazioni, cosa pensa del fatto che ora sono una moda?
È divertente perché quando ho composto Maxiquaye ho pensato che un giorno la musica sarebbe dovuta essere come quella, una musica senza confini: ed è successo. È semplicemente pazzesco.
Il fatto di venire dalla Giamaica influenza molto la sua musica?
Sicuramente. La Giamaica non è compromessa, come io ho la mia strada e il mio modo di vedere le cose e non sono mai sceso a patti con nessuno.
Che cosa pensa della “musica sulle nuvole” come Spotify”?
Non ho ben chiaro cosa sia ma penso che tutto ciò che permette agli artisti di farsi conoscere sia meritevole di rispetto, perché tante volte questi mezzi possono aiutare soprattutto coloro che non hanno gli agganci giusti.
Nel 2010 si parlava di un riavvicinamento ai Massive Attack, c’è ancora questa possibilità?
Mi sono divertito a suonare con loro ma non voglio vivere nel passato. C’è un componente in particolare che sembra contento di vivere del passato. Per me l’unica cosa che conta è il mio ultimo album, tutto ciò che ho fatto prima non è niente.
Ascolta mai la sua musica?
Mai! Quando è composta è ormai passata per me. Ascolto vecchia musica come i Public Enemies, Kurt Cobain, Jimi Hendrix e veramente pochissimi nuovi artisti.
Perché ha deciso di vivere a Parigi?
Parigi è molto noiosa ed è per questo che ho deciso di vivere lì. Io non ho disciplina, quindi se vivessi in una città con tanti locali e vita notturna sarei ubriaco tutto il tempo, ormai ho 45 anni e certe cose dovrei evitarle. A Parigi non ho tentazioni. Mi piace prendere un caffè lì ma non andrei mai a bere a Parigi, quindi è perfetta per me.
(Intervista di Carla Budri)