Un progetto che guarda all’Europa, a quei festival tanto amati e invidiati nel nostro paese. Così nasce, da un’idea degli Afterhours, “Hai paura del buio”. Una location che ben conosce i festival, quella dell’Auditorium Parco della Musica, un cast di artisti protagonisti delle più disparate espressioni artistiche,dalla musica al teatro, dal cinema al fumetto, dalla pittura alla poesia, dalla danza alle arti visive. Questa la giornata interamente dedicata al festival che sbarca a Roma dopo la prima tappa a Torino (la terza è prevista per Milano).
L’intento di Manuel Agnelli, frontman degli Afterhours, è quello di dare vita a un fermento culturale che sia in grado di mescolare diverse espressioni artistiche tra loro, che alzi l’asticella dei movimenti italiani che esistono, anche se poco visibili. I musicisti sono per lo più amici, suonano insieme, dividono il palco della Cavea modulato per ospitare istallazioni e performance su più fronti. Qui si ritrova il pubblico dopo le esibizioni della sala Petrassi, Blastula, Chamber Trio e tanti altri.
E’ il clima, l’aria che si respira a dare un senso diverso alle cose. Gli artisti si mescolano al pubblico, interagiscono testando i pareri della gente al fine di migliorare questa prima edizione che, sicuramente, ha dato un segnale ma ha bisogno di crescere ancora. Manuel Agnelli sa di aver tirato un amo, creato interesse intorno ad un’idea che vuole proseguire e dare spazio a nuove manifestazioni artistiche.
Lo spettacolo inizia alle 17 e sono proprio loro, gli Afterhours ad inaugurarlo. Si prosegue tra istallazioni, esposizioni pittoriche e video. Ma anche reading come quello di Pierpaolo Capovilla che, prima di suonare con il suo Teatro degli Orrori, si cimenta in un’emozionante lettura.
Gli Afterhours tornano ad esibirsi in serata, dopo uno spettacolare Enrico Gabrielli che con l’Orchestrina di Molto Agevole fa ballare il pubblico, accogliendo sul palco il giovane cantautore Vasco Brondi, noto come Le luci della centrale elettrica. E’ un set elettrico che ripercorre in scaletta i pezzi che hanno fatto la storia della band milanese, il pubblico è lì, vicinissimo al palco e Agnelli lo lascia cantare al posto suo. Siamo in dirittura d’arrivo e gli Afterhours lasciano il posto ad un emozionante Niccolò Fabi, mentre nella sala Petrassi c’è il set elettrico del Teatro degli Orrori. E qui bisogna scegliere,non abbiamo il dono dell’obliquità. Non me ne voglia Niccolò Fabi, ma raggiungo qualche centinaio di persone per l’ultimo concerto che chiude il festival. E non me ne pento. Nei cinquanta minuti (intensi) sul palco intervengono Marina Rei prima e gli Aftehours dopo, per le ultime battute della giornata.
La loro festa continua all’Angelo Mai, altro teatro di manifestazioni simili. L'”hai paura del buio” riparte, riposa e tra un mese sarà a Milano. Un segnale è stato dato, Roma ha risposto bene a questo nuovo stimolo, Roma non ha paura del buio.