La conosciamo come Violante Placido ma quando impugna il microfono e apre la voce diventa Viola. Salirà sul palco dell’Ariston per duettare con i Perturbazione, insieme faranno La donna cannone. La abbiamo incontrata a Sanremo.
Viola quando canta il volto si fa serafico.
La musica è un qualcosa da cui non posso separarmi, al di là che possa essere una carriera o meno.
Perché ci è arrivata così tardi?
Me lo sono chiesta anche io, forse una sorta di eccessivo pudore, come ho vissuto la musica a scuola, con molta disciplina, mi ha un po’ frenato. La vivevo in modo bloccante. Non sono legata a un insegnamento, la musica è libertà assoluta, è entrare in contatto profondo con le proprie emozioni.
Difficile svelarsi in musica?
Quando canto racconto il mio mondo musicale. Chiamalo suggestione, luogo, non è una persona fisica. E’ legato all’intimo, è la mia parte più intima ma sono sempre io. Mi interessava avere la musica come elemento terapeutico. Mi dà un senso di autonomia che fa parte del mio carattere.
E’ critica?
Sì ma non sulle scelte, sono grande critica di me stessa.
Suo figlio Vasco apprezza l’aspetto cantante della mamma?
Eccome, canta anche le mie canzoni. Gli fa effetto risentire le mie canzoni dopo un po’ di tempo: urla il ritornello dunque le riconosce.
Duetterà con i Perturbazione.
E ne sono felicissima. Anche a livello umano sono persone molto belle.
Perché lei che gira molto non va all’estero?
E’ difficile per un italiano anche se canti in inglese.
Sanremo le piace?
Lo ho sempre guardato, per cercare una sorpresa, ne escono fuori poche ma c’è sempre la speranza, è bello essere stupiti. E’ un palco che emoziona, basta pensare a chi c’è passato sopra. E’ un evento dove le emozioni ci sono. Non è finta. Quando canti non bari.