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La “saudade” senza confini dei Selton

Nascono a Porto Alegre, in Brasile, si incontrano a Barcellona, facendo, ognuno per sé, gli artista di strada, traslocano a Milano con l’idea di diventare un gruppo. Si battezzano Selton, si innamorano delle canzoni di Enzo Jannacci e di Cochi e Renato. Le traducono in portoghese e nasce l’album “Banana à Milanesa”: in “Pedro Pedreiro” e “Silvano” duettano con Jannacci mentre in “Cancao inteligente” e “Malpensa” con Cochi e Renato. Il secondo disco lo chiamano “Selton” e il terzo è “Suadade”. I Selton sono Daniel Plentz, Eduardo Stein Dechtiar, Ricardo Fischmann e Ramiro Levy e sono stati i primi a credere in Note Spillate, i primi a fare uno show case in esclusiva per noi.

Selton

Selton

Ramiro siete in giro con l’Across the Sea Tour.
Siamo eccitati, possiamo presentare dal vivo “Saudade”. Quella live è la nostra dimensione e daremo tutto.
Nella tracklist c’è qualcosa del passato?
Qualcosina ma ci dedichiamo soprattutto a Saudade.
Il tour è “Across the sea” che è il titolo dell’ultimo singolo: perché?
Abbiamo passato il 2013 tra Italia e Brasile dove ora iniziano a conoscerci. Per fare questo siamo stati a lungo sopra i mari.
Tornerete in Brasile?
Marzo e aprile in Italia e poi si vola a casa.
Obiettivo?
Sei mesi da una parte e sei dall’altra, in pratica una vita senza inverni.
Bella soddisfazione tutti questi riconoscimenti.
Ci abbiamo sempre messo l’anima anche quando ad ascoltarci c’era una manciata di persone.
La tenacia ha pagato.
Finalmente abbiamo dei riscontri reali e dei riconoscimenti al nostro lavoro.
“Saudade” significa nostalgia eppure in Brasile ultimamente andate spesso.
Sarebbe come dice ma noi in questo periodo non ci sentiamo a casa da nessuna parte: in Italia stiamo bene ma siamo stranieri. In Brasile stiamo bene ma siamo gente che ritorna.
Dunque?
Siamo semplicemente spaesati.
State lavorando a qualcosa di nuovo?
Si ma siamo a uno stadio embrionale. Noi potremmo essere pronti già tra qualche mese ma dubito che uscirà qualcosa di nuovo prima del 2015, i tempi discografici sono infiniti.
Arriverà un disco in inglese?
Nei nostri dischi ci sono brani in inglese. Prima di “Banana à Milanesa” facevamo cover dei Beatles.
Con cosa aprite e chiudete il concerto?
Apriamo con “Ghost song” e salutiamo con “U nasci no meio de um monte de gente”.

notespillate

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Giornalista musicale, lavoro a Sky TG24

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