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Un filo di trucco e di tacco per Ornella Vanoni

Ornella Vanoni si veste con un filo di trucco e un filo di racco e si incammina verso l’ultimo tour. Già presentando, qualche mese fa, Meticci (io mi fermo qui) aveva parlato di una sua uscita dalla discografia. Ma c’è sempre la speranza che siano parole. E invece la Vanoni si ferma davvero.

Ornella Vanoni

Ornella Vanoni

Signora Vanoni vita grama per gli artisti.
Mi ci vorrebbero un risotto con i funghi finferli e un calice di rosso per sorridere.
Può gustarli durante il tour.
Chissà.
Ci parli del tour.
E’ un progetto ragionato. Racconto, parlo con la luna e col pubblico, canto. Accompagnataa dalla mia band e dalle scenografie mobili di Giuseppe Ragazzini.
Strano tl titolo?
E’ una frase che mi ripeteva sempre mia madre.
Ma lei sul palco è sempre scalza.
E’ più comodo. Ma entro sempre col tacco.
Che canzoni propone?
Di “Meticci (io mi fermo qui)” quattro brani. Poi qualcuna che io amo ma non ha avuto il successo che meritava, tipo “Uomini” e “Per un’amica”, e quindi i classiconi.
Quelli non mancano mai.
La gente ti ama per la memoria che lasci. Non farli è sbagliato.
Perché basta dischi?
Non si vendono. A meno che non ti chiami Ligabue o Jovanotti o ti inventi un disco furbo, chessò di duetti.
Con chi lo farebbe?
Con Sting!
Senza dischi né tour che farà?
Scriverò. Sono brava nella sintesi meno sul lungo.Potrei fare un libro di racconti, un romanzo non credo.
Dopo tanti anni ha lasciato lo storico attico milanese di Largo Treves.
Ora vivo in un appartamento più piccolo. All’inizio è stato come elaborare un lutto, ora va bene.
Torniamo alla musica. con cosa apre?
“Musica musica”.
E chiude?
Fosse per me “E poi tutto qui”, ma non è un finale da applausi forti dunque con “Domani è un altro giorno” e talvolta con una ninna nanna.

notespillate

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Giornalista musicale, lavoro a Sky TG24

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