“Ma che vita la mia” è il terzo album di inediti da solista di Roby Facchinetti. Il disco, che esce oggi su etichetta Carosello Records, arriva a oltre 20 anni da “Fai col cuore” e 30 anni dopo l’omonimo “Roby Facchinetti”. L’ultima fatica dello storico tastierista dei Pooh contiene gli ultimi brani scritti dall’amico e collaboratore Valerio Negrini, paroliere e fondatore della band, venuto a mancare un anno fa. Un progetto fortemente voluto da entrambi, un sogno che ora si è realizzato. Ne abbiamo parlato con il cantante e musicista bergamasco, il quale ci ha raccontato anche curiosità e ricordi legati alla sua vita di uomo e artista. Note Spillate lo ha intervistato:
Come è nato “Ma che vita la mia”?
Il progetto è nato nel 2012, dopo che i Pooh hanno deciso di prendersi una pausa per preparare al meglio i festeggiamenti dei 50 anni di carriera previsti per il 2016. Per come sono fatto, però, pensare di stare fermo così tanto tempo mi ha fatto entrare in fibrillazione. Se non avessi realizzato questo disco, avrei fatto come Fiorello: piano bar alle 6 del mattino, magari a Bergamo, per iniziare la giornata cantando. Invece mi sono messo a pensare ad un album da solista. Ne ho parlato con Valerio Negrini, che non aspettava altro. Lui ha sempre creduto in questo progetto, al quale ha voluto dare un taglio molto cantautoriale.
Un album ricco di poesia e di sperimentazione.
E’ un disco facchinettiano ma la presenza di Valerio è davvero forte. L’album è una sorta di testamento. Dieci brani ricchi di suoni vocali nuovi, mai usati prima. Mi sono divertito a sperimentare tra migliaia di sonorità per creare mondi diversi. Con i Pooh ho sempre lavorato pensando alla coralità, rispettando la storia della band e certe metriche. In questo nuovo progetto, invece, ci sono io a 360°, ci sono le mie radici, racconto la mia storia, ricca di sfide ma molto fortunata. Mi esprimo attraverso le parole di Negrini, che mi conosceva più di chiunque altro e con il quale ho condiviso quasi mezzo secolo di vita.
Come avete lavorato sui vari brani che compongono l’album?
Abbiamo lavorato inizialmente su una ventina di brani inediti per poi sceglierne la metà da inserire nel nuovo progetto. Prima è nata la musica, poi sono arrivati i testi di Valerio. E’ stato un lavoro prezioso, frutto di una lunga ricerca tra suoni analogici e digitali, per fare indossare ad ogni pezzo un abito diverso. Ho riesumato suoni anni 70 per contaminarli con altri più attuali, sfruttando ciò che la tecnologia offre. L’album raccoglie tutte le mie voglie musicali, le mille sfaccettature di Roby Facchinetti.
Il disco si apre e si chiude con due brani strumentali. Perché questa scelta?
Sono due canzoni che fanno da cornice all’album. “Il Volo di Haziel” è un pezzo rock sinfonico moderno, una suite musicale variegata. Racconta di un viaggio di un angelo, un cherubino forte, che protegge i nati dal 1 al 5 maggio, quindi anche il sottoscritto. Sento la sua presenza in questo lavoro. Forse ha protetto anche i Pooh, visto che esistono da così tanti decenni! (ride, ndr). Il brano di chiusura, invece, è una mia dedica personale a Valerio. In “Poeta” si crea un dialogo tra la mia voce e quella della soprano Valeria Caponnetto Delleani, voci usate come strumenti.
E poi c’è una bellissima dedica alle donne.
“E’ per me” vuole omaggiare l’universo femminile. Noi uomini dobbiamo riconoscenza alle donne ogni giorno. Per ciò che fanno e non solo a livello affettivo. Negrini ha sempre saputo come descrivere al meglio il mistero e la bellezza dell’altro sesso.
Cosa ci dice invece di “Gocce nel mare”, ultimo testo di Negrini, scritto poco prima della morte?
L’ho inserito appositamente alla fine dell’album come ultimo pezzo cantato. Racconta una storia molto profonda e complessa, creando un’atmosfera speciale. Speciale come lo era lui, capace come pochi di tradurre la realtà in modo poetico.
A maggio partirà un’anteprima live del suo tour. Ci saranno sorprese?
Dopo le 4 tappe di Bergamo, Roma, Brescia e Milano, ci sarà un tour estivo che toccherà varie città d’Italia, da nord a sud, e poi altri concerti invernali nei teatri. Non vedo l’ora di presentare dal vivo questo nuovo album. Tante le novità sul palco. Sarò accompagnato da sei musicisti e due coriste, tra cui la soprano che ha partecipato a “Ma che vita la mia”. Farò anche canzoni del mio primo disco da solista e brani del repertorio più facchinettiano dei Pooh. Ci sarà una bella sorpresa che ancora non posso svelare e che riguarda il mio modo di cantare.
Un ricordo, un episodio particolare che riguarda Valerio Negrini?
Ci sono tre cose di Valerio che resteranno sempre nel mio cuore e nella mia mente. La sua capacità cantautoriale, il nostro rapporto di amicizia ma anche di conflitto, soprattutto quando si trattava di lavorare ad un brano. Infine, un ricordo che mi commuove particolarmente e che mi risuona spesso: la telefonata che gli feci un’ora prima che morisse e l’ultima frase che mi disse: “Roby, ci vediamo mercoledì”. (Intervista di Silvia Marchetti)