Il Medimex in subbuglio per Rocco Hunt, il giovane rapper campano che ha scelto l’appuntamento pugliese per presentare il suo nuovo album A verità 2.0. Lo abbiamo intervistato.
Un anno dopo avere vinto Sanremo con Nu juorno buono è ancora il fenomeno del rap.
E’ una grandissima emozione, il premio che mi hanno dato al Medimex è la ciliegina sulla torta.
Contento?
Di più, sono felice di prendere il premio in questa situazione emergente che è il Medimex. Sono situazioni che fanno bene al territorio.
E a lei…
Sono felice, lo ripeto. Ma è un bel peso essere rivelazione.
Cosa è A Verità 2.0?
E’ il seguito di ‘A Verità uscito subito dopo Sanremo.
Ci sono undici canzoni nuove.
Quelle in eccesso dal primo disco più quelle scritte in estate. Volevo azzerare tutto quello che avevo nel cassetto.
E ora?
Da gennaio si lavora su nuovi brani.
Cosa è il rap?
Il rap è un genere che parla di attualità. Le canzoni rap sono a scadenza perché le tematiche sono attuali.
Canta le spose bambine.
Lessi un articolo sull spose bambine su un quotidiano: non possono ancora esserci queste tragedie, io vengo dal Sud e dalla provincia ma parlando con i nonni mi dicono che non sono situazioni molto lontane nel tempo. Una canzone non cambierà il mondo ma fa pensare.
Andando a Sanremo temeva di perdere credibilità?
Nessuna paura di sputtanarmi, avevo il pezzo e il messaggio, con un altro pezzo non ci sarei andato. Lì a fare solo promozione è sputtanarsi. Sanremo è un amplificatore di un messaggio e io portavo una protesta per la mia terra e la mia gente.
Un domani si vede a fare il produttore?
Direi di sì. E’ in uscita una canzone di Deborah Iurato alla quale ho collaborato, quella è già produzione.
Bella esperienza?
Mi ha reso orgoglioso sentire le mie parole con la sua voce.