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Con J-Ax è più bello il…bello di essere brutti

J-A e Il bello d’esser brutti: si intitola così il suo nuovo lavoro fatto di venti canzoni, un numero ultimamente rintracciabile solo nei Greatest Hits. Abbiamo ascoltato con lui e in anteprima il disco.

J-Ax

J-Ax

di Matteo Rossini

L’album segna una svolta rispetto al passato, ma al contempo riapre tematiche vicine all’artista, il cui obiettivo è stato “realizzare un album che in primis piaccia a me, poi ai miei fan ed eventualmente a un pubblico che ad oggi non mi conosce”. La cover lo ritrae J-Ax vestito da intrattenitore circense che spalanca al pubblico le porte del suo circo, del suo mondo, della sua musica. Il lavoro si apre con un intro molto intenso, ultimo brano realizzato in ordine cronologico, che riassume gli intenti de Il bello d’esser brutti.

La prima traccia è Ribelle e basta, pezzo in cui canta il suo essere indisciplinato e in cui per la prima volta, dopo anni di silenzio, cita l’ex compagno degli Articolo 31, scelta commentata: “Per me è sempre frustrante rendermi conto che per gli altri è solo un lavoro, non voglio parlar male del passato, il mio è solo un modo di guardare in modo diverso il passato”. La terza traccia è La tangenziale, una delle due collaborazioni con Neffa presenti nel disco, il brano è già candidato a tormentone estivo delle prossime vacanze, riguardo alla canzone l’artista ha dichiarato: “Abbiamo scritto questa canzone come se fosse l’inno di una rivoluzione italiana”. Segue Sopra la media con cui J-Ax dà una propria visione dell’imborghesimento e del cambiamento delle città metropolitane, fonte d’ispirazione la Brooklyn della fine degli anni ’90. La canzone è un tuffo veloce nel sound dell’ultimo decennio dello scorso secolo, tutti noi dovremmo tornare tra i banchi di scuola solo per cantare a squarciagola e vivere sulla nostra pelle il testo di questa canzone.

J-Ax con Nina Zilli

J-Ax con Nina Zilli

L’album continua con Uno di quei giorni, duetto con Nina Zilli, artista scelta poichè ritenuta una delle migliori voci del panorama italiano; poi è la volta di Sono di moda, una sorta di Domani Smetto 2.0, segue Caramelle, l’altra collaborazione con Neffa in cui vengono messe da parte le frasi fatte e si lascia spazio a sperimentazioni musicali. Di fatti la lunghezza dell’album consente a J-Ax di cambiare registro di suoni amalgamando il rap con il punk, il pop e il rock. L’ottava traccia è Hai rotto il catso, uno dei brani più belli, cui seguono Miss e Mr. Hyde e Santoro e Peyote, quest’ultima una storia di fantasia in cui il cantante si immagina “come potrebbe essere un talk-show sotto effetto di droghe”.

La canzone del giro di boa è Rock City, poi c’è Tutto o niente, duetto con Emiliano Valverde in cui il rapper mette in scena una telefonata tra il J-Ax di oggi e quello di venti anni fa, un esperimento ben riuscito in cui malinconia e sincerità conquistano immediatamente. La tredicesima canzone è la title-track, la canzone più divertente e fresca del disco, poi tre duetti consecutivi: Old Skull con i Club Dogo, Maria Salvador con Il Cile in cui le influenze musicali del secondo hanno la meglio sul brano, e Bimbiminkia 4 Life con Fedez, compagno di avventura nel lancio di Newtopia, la loro neonata etichetta discografica. Il duetto con Fedez sembra una canzone rap degli anni 2000, ma è più attuale di alcuni brani che devono ancora esser composti.

Infine Nati così, collaborazione con Max Pezzali, e Un altro viaggio con Valerio Jovine, ritratto di comportamenti e abitudini della società italiana. Il bello d’esser brutti si conclude con The Pub Song, duetto con suo fratello Weedo , e con L’uomo col cappello, un autoritratto con cui J-Ax chiude il disco che sicuramente gli spalancherà le porte del successo.

notespillate

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Giornalista musicale, lavoro a Sky TG24

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