0

Tarantango, quando il tango morde la taranta

E’ una svolta. La taranta, che da sempre morde gli intrusi, questa volta viene addentata dal tango. Questa coup de foudre ce lo racconta  Federica Bolengo, insegnante di tango che sarà a Melpignano con suo compagno di tango Gianluca Berti.

Federica Bolengo con Berti

Federica Bolengo con Gianluca Berti

di Federica Bolengo

Inizio col raccontare cosa è per me il tango, o meglio cosa mi ha fatto innamorare del tango. Due cose mi hanno colpito profondamente, la prima è che ho sentito la possibilità di conoscere una persona intimamente solo abbracciandola e sentendo come il suo corpo si muoveva con il mio. È stupefacente come esca la vera natura muovendosi in coppia, potevo sapere se la persona che mi accoglieva tra le sue braccia era timido o estroverso, forte o debole, premuroso o egoista, allegro o triste…Quella è stata una scoperta straordinaria, in soli tre minuti poter leggere dentro una persona che non si conosce minimamente. La seconda cosa è che  fin dal primo istante in cui ho iniziato ballare, con grande stupore e piacere, mi sono accorta che, mentre ballavo, non pensavo a nulla, non tenevo sotto controllo la mia vita né ciò che mi capitava intorno,ma semplicemente mi abbandonavo, emozione straordinaria di pura libertà e leggerezza. Capisco che sono sensazioni soggettive soprattutto la seconda, ma sono delle possibilità, delle grandi e meravigliose possibilità, che questo ballo regala. Detto questo, che ripeto è estremamente personale, il tango è un ballo che necessita, innanzitutto, di una forte connessione con sé stessi e poi con il patner. È una bella sfida, ed è per questo che è molto complesso, mica per la tecnica in sé del movimento, ma per la necessaria esistenza di un campo energetico armonico di coppia.

Trovare dove il tango può incontrare la pizzica salentina non è semplice. Apparentemente sono due balli completamente differenti sia per tradizione che collocazione storico culturale. La prima cosa che viene da pensare è che sono due balli di corteggiamento, ma non è esattamente corretto. La pizzica, in realtà, non nasce come ballo di corteggiamento, è un ballo che nasce nelle feste popolari famigliari, si ballava molto tra parenti ed era tipico vedere nonno e nipotina volteggiare insieme. Il tango è un ballo di corteggiamento, è un ballo di passione, è la fase successiva al corteggiamento. Per me la  cosa che emerge, come similitudine, da ballerina di tango incompetente di pizzica, ma piacevolmente rapita nel praticarla, è il ruolo che rivestono l’uomo e la donna in questi due balli. Per la donna sia il tango che la pizzica sono una espressione di grande femminilità e nello stesso tempo di grande forza, emerge proprio quella che si identifica con l’idea di “femmina”, la tipica donna del sud, quella figura provocante che tiene testa egregiamente all’uomo che ha invece la percezione di condurre i giochi. Mi piace pensare che nella società di oggi dove non esiste più una differenza di ruoli tra uomo e donna, fortunatamente o sfortunatamente non sta a me dirlo, ci siano delle situazioni dove si ritorni alla vera natura e alle nostre differenze, non inferiorità o superiorità, ma differenze. Io dico sempre alle mie allieve, che si lamentano di questo ruolo, apparentemente maschilista, dell’uomo che decide il 100 per 100 dei movimenti della donna, che non la devono vedere come una sottomissione o come una privazione di libertà e di espressione, perché siamo noi a decidere se lui ci può condurre da qualche parte oppure no, e questa mi sembra una cosa sufficiente per dire che sono libera, ma la devono vedere come una grande possibilità di espressione della loro femminilità che va a interagire e fondersi con la figura dell’uomo che con la sua forza e determinazione si prende cura di noi come noi vogliamo.

I balli sono come un gioco, una provocazione. Si pensi nella pizzica quando l’uomo va verso la donna mentre lei indietreggia mandandolo via con movimenti eleganti delle braccia ma poi di sua iniziativa cambia le regole e procede lei verso di lui con fare altezzoso, finché lui decide di ricambiarle e così via…. Nel tango il gioco è più sottile ma c’è. Si vede meno da fuori perché i corpi stanno perennemente in contatto, non c’è separazione, il gioco è più intimo, più nascosto, avviene solo tra gli intrecci delle gambe, questo anche per una sua storia, quando il tango si è diffuso anche negli ambienti più per bene e le ragazze ballavano sotto gli attenti occhi vigili di padri, fratelli, cugini pronti con il coltello a difendere l’onore della famiglia. Quindi le provocazioni e le risposte alle provocazioni arrivano dal basso, dove per la quantità di gente che ballava non si vedeva ciò che accadeva, mentre la parte alta dei corpi era ben visibile e sembrava immobile. Quindi l’uomo propone i movimenti alla donna e la donna, con il suo modo di eseguirli, fa capire se accetta la provocazione o provoca lei stessa.

notespillate

notespillate

Giornalista musicale, lavoro a Sky TG24

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *