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Marissa Nadler, da Washington alla Santeria la regina del dream-folk

La sua musica è definita onorica. In gergo dream Folk. Lei è Marissa Nadler e sarà alla Santeria di viale Toscana 31 il 21 dicembre. E’  un mezzosoprano che si accompagna con la chitarra acustica.

Marissa Nadler

Marissa Nadler

Nata a Washington, debutta nel 2004 con Ballads of Living and Dying, stampato in sole 550 copie. Si tratta di una raccolta di “canzoni d’amore e morte” scritte dalla stessa Nadler, tranne due omaggi letterari a Edgar Allan Poe (Annabelle Lee) e Pablo Neruda (Hay Tantos Muertos). Ad accompagnarla nella sua prima esperienza discografica è Myles Baer (cori, chitarra). Un anno dopo esce The Saga of Mayflower May, un disco di 11 canzoni registrato nel dicembre 2004 a Philadelphia. Per il suo terzo disco, Songs III: Bird on the Water del 2007, Marissa si affida al produttore Greg Weeks e ai musicisti degli Espers Jesse Sparhawk (mandolino, arpa) e Otto Hauser (percussioni). L’album contiene la cover di Famous Blue Raincoat di Leonard Cohen. Fin dall’esordio, e si conferma anche in questo disco, Marissa predilige cimentarsi nella forma-ballata, meglio se spettrale e gotica. Col tempo abbandona in parte il folk per approdare alla dimensione dream pop. La tendenza è confermata dal quarto disco Little Hells. Nel giugno 2011 torna con un disco autoprodotto e in gran parte finanziato dai propri fan. Si tratta del self-titled Marissa Nadler, in cui abbandona il suo consueto fingerstyle per un country pop più esplicito. In The Sister (maggio 2012) torna al suo stile, meno sintetico e più melodioso. L’ultimo album è July del 2014.

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Giornalista musicale, lavoro a Sky TG24

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