In tanti si sono divertiti a mettere le mani nella storia del Festival di Sanremo, ma in pochi sono riusciti a trarne una rilettura originale. In questa nicchia di creativi va sicuramente Bruno Santori che col suo quartet ha regalato a canzoni epocali una sfumatura jazz. In squadra con lui Fabio Crespiatico, Stefano Bertoli e la giovane e talentuosa Giulia Pugliese. Ho chiacchierato col maestro Santori di questo e altri luoghi di musica.
Santori come nasce Jazz&Remo Il Festival?
Mi sono seduto davanti a una trentina di partiture e in quattro mesi le ho girate in jazz.
Poi ha scremato: nel disco ne troviamo undici.
Mi sono subito affezionato ai brani per come venivano. E’ stato un percorso dove il cuore ha prevalso sull’aspetto filologico.
Il più complicato?
Adesso tu di Eros Ramazzotti: ma che soddisfazione ascoltarla in una versione jazz che sfiora lo standard.
Soddisfazioni maggiorate?
Il cuore è uno zingaro con la sua intro genere jazz.
Quando ha iniziato a lavorarci?
Sono 40 anni che in qualche modo sono coinvolto con Sanremo. La prima volta fu con Linda Balla Linda con i Daniel Santacruz Ensemble nel 1976. Volevo festeggiare questi quattro decenni.
Quando ha scoperto il jazz?
Studiavo musica classica ma la sera andavo al Capolinea e a suonare c’erano Sellani, Cuppini…io ero giovane e non mi sono mai esposto perché sapevano come ragionavano, la sacralità che avevano per la loro musica.
Poi ha preso un’altra strada.
Ero direttore artistico dell’Orchestra Stabile di Sanremo quindi ero più su un piano classico. ma quando ho smesso per due anni mi sono dedicato solo al jazz creando un trio.
Registrazioni impegnative?
Quasi tutte buone alla prima. Siamo arrivati in studio rodati dai parecchi concerti fatti.
Ha scelto una voce giovane.
Giulia ha 23 anni e una voce pop e giovane. Volevo nelle canzoni il suono della sua età.
E’ direttore musicale dei concerti di Radio Italia.
Lo faccio con grande soddisfazione, mi fa sentire ancora più italiano. Poi quest’anno si raddoppia: Milano e Palermo.
La hanno nominata Ambasciatore del turismo di Malta.
E’ un luogo splendido, c’è un forte senso di italianità e hanno le carte in regola per essere più forti in Europa.
Ora che succede?
Presenterò il disco a Bodrum, in Turchia, il 14 ottobre in un concerto illuminato solo dalle candele. Poi ripartirò con i live italiani e con le mie collaborazioni.