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Wind Music Awards, l’Arena si accende (nonostante la pioggia)

La pioggia non dà tregua all’Arena che si tinge di mille colori tra ombrelli e spolverini più o meno appariscenti. Il contrasto con il cielo grigio è inevitabile. Vi raccontiamo la prima delle due serate dei Wind Music Awards 2017.

Wind Music Awards (foto Scozzese)

Wind Music Awards (foto Scozzese)

di Irene Venturi

Ore 20.40, che lo spettacolo abbia inizio! Puntata in diretta su Rai 1 e poco margine di errore per i conduttori che si presentano da subito brillanti. La scenografia è luminosa e i colori infiammano l’anfiteatro veronese. Le grafiche nel corso della serata appaiono dirette e raffinate. Ad aprire le danze un colosso della musica cantautorale italiana, Francesco De Gregori con l’intramontabile “Rimmel”. Premio “Sotto al vulcano” ma verrebbe voglia di assegnargli tutti i premi in scaletta. Difficile superare l’emozione che ha avvolto l’Arena, ma si sa, chiamarlo “artista” è riduttivo. “Verrà da sé” di Elodie porta sul palco la generazione dei più giovani. Si scalda il palco e l’Arena quando entra il “fenomeno” Fabri Fibra con Tommaso Paradiso e il tormentone dell’estate “Pamplona”. Le mani si alzano e l’Arena si sente finalmente carica come “tori a Pamplona”. Tommaso Paradiso, frontman dei The Giornalisti, da qualche tempo in una veste sempre più “pop”olare, si fa riconoscere con uno spolverino arancio fluo. “Completamente sold out” l’album dei The Giornalisti, come l’arena questa sera. Arena rock per i Litfiba, Piero Pelù da vero rocker amplia il suo palco fino in platea. Disco d’oro quanto le fibbie sulla sua giacca. Il momento che aspettava tutta l’Arena è l’entrata di Luis Fonsi con “Despacito”. Tutti in piedi per il tormentone mondiale che ha collezionato 7 dischi di platino, 6 solo in Italia.

Total black per Renato Zero, entrata trionfale in mezzo all’orchesta allestita durante la pausa pubblicitaria. “Treno vai non fermarti” ripete un Renato Zero sempre in forma e sempre molto focalizzato. Rischia una caduta altrettanto trionfale ma cade in piedi con nonchalance. Terzo singolo di successo per Giorgia, sempre chic su ogni palco. “Credo” sprigiona una forza interiore ed esteriore che fa alzare per la seconda volta l’Arena. Ipnotica sul maxischermo, merito del vestito luminoso (la più coraggiosa fino ad adesso in tema di look) e della sua carica. Premio per i live a Giorgia. Eros Ramazzotti rimanda l’Arena ai suoi e ai nostri tempi d’oro con “Più bella cosa non c’è” e “Sei un pensiero speciale” . Grazie di esistere, sembra urlare l’Arena per Eros. Flash accesi, luce soffuse e urla che riempiono l’anfiteatro: 23/05/80, prima canzone depositata in SIAE, viene inciso su placca d’oro per lui.

“Ho fatto in tempo ad avere un futuro” canta Ligabue. “Si trova sempre una ragione per brindare” e questa sembra essere l’occasione giusta per un’Arena al “limite dei sogni”. Ligabue porta sul palco il singolo del suo ultimo concept album che parla di quanto sia “bello avere un futuro da condividere”. Disco multiplatino per il rocker di Correggio. “Che sia benedetta” Fiorella Mannoia dovremmo dire. Da brividi sentire un coro unanime sulle note di questo inno alla vita. C’è ancora voglia di vivere e urlare nell’aria, e non potrebbe essere più bello. “Combattente” ed elegante come la conosciamo. Il messaggio arriva forte e chiaro. Album di platino per “Combattente” e singolo di platino, premio dedicato ad Erika Mineo, Amara, autrice del singolo di Sanremo. Anche Mannoia rischia di cadere. Palco bagnato palco fortunato.

Palco colorato invece per “vivere a colori”. “Dicci come balli e ti diremo chi sei” canta Alessandra Amoroso, stasera in una veste inedita, non sappiamo se per il microfono alla Justin Bieber o per le coreografie, ma potremmo azzardare a dire che troviamo una Alessandra in ottima forma sull’onda delle stile delle cantanti oltreoceano. Premio Arena per il successo del progetto vivere a colori. Sul palco palloni gonfiabili probabilmente, anzi sicuramente, non pagati dai ragazzi di Cologno Monzese e Rozzano, come piace essere definiti a loro. Grande boato alla loro entrata. J-Ax in giacca a quadri comincia a fare suo il palco. Arena in festa, per stasera niente proposte di matrimonio, ci lasciano con il portafogli vuoto. Album multiplatino per “Comunisti col rolex” e una lista di singoli multiplatino: Assenzio, Piccole cose, Vorrei ma non posto. Fedex e J-Ax non tornano a casa a mani vuote. Look da grande rocker per Filippo Neviani, in arte Nek e grande feeling sul palco con J-Ax. “Freud” sarebbe fiero di loro? Torna Renato Zero con cambio look, meno sobrio, più sgargiante e più dorato. Orchestra che torna e partitura sinfonica per Renato che dice di voler fare da esempio per i giovani artisti trasmettendo coraggio. Premio per progetto Arena celebrato in questa cornice.

Nel tempio dell’opera non poteva mancare il giovane trio de Il Volo che vista l’ora ci richiama perchè “nessun dorma”. Prima e unica standing ovation della serata. Le voci hanno risuonato dentro e fuori l’Arena risvegliando anche le anime più o meno rock. Al grido di Namastè..alé, Francesco Gabbani in maglioncino azzurro. Sembra essere l’ultima volta su un palco per Occidentali’s Karma, il cui pensionamento era già stato annunciato. A riempire il vuoto dato dalla mancanza della scimmia un numero incalcolabile di mani e gambe che cercavano di farsi spazio. Per chi avesse conosciuto Gabbani con “Occidentali’s karma” o “Amen” sappia che ha all’attivo 3 dischi più 2 con la band con cui era partito. La canzone più ballata e cantata della serata. Prima volta all’Arena per Francesco Gabbani. Ottima inaugurazione diremmo noi. Premio per il disco oro “Magellano” uscito il 28 Aprile . Ci ricorderemo a lungo della canzone quanto dei suoi maglioncini. Secondo momento internazionale con Clean Bandit e “Symphony”. Scenografia creata appositamente per ricreare un rito. Tutti i musicisti appaiono incappucciati e mascherati. Voce celestiale e sinfonica di Zara Larsson. Premio per i 5 disci di platino raggiunti da “Rockabye”. “Rrrovazzi” direbbe Fabio de Luigi. Entra la consolle e un gruppo di ladri. Sembra tutto molto interessante . A “volare” sul palco è Fabio Rovazzi che attacca subito con il suo ultimo tormentone ed entra Gianni Morandi giovane come non mai in total black e chiodo nero al grido di “ridatemi anna”. Veste inedita per Gianni che non si sente per niente a disagio. Niente foto di Anna? Gianni è il primo che sottolinea le doti di Rovazzi da videomaker più che da cantante. Fresco da amici, Riccardo Marcuzzo, seduto su uno sgabello con “Perdo le parole” e “Polaroid”. “Sei bellissimo” urlano le ragazzine a Riki. Disco d’oro in una settimana. Momento elevatissimo con Ermal Meta perché anche stasera è “Vietato morire”, canzone autobiografica scritta in pochi minuti in una stanza d’albergo. Semplice e diretto in ogni sua esibizione, colpisce dentro al cuore. Platino per il singolo “Vietato morire” e oro per il disco. La serata si sta per concludere ma il cielo si tinge di blues con Mario Biondi, che possiamo considerare “the voice” italiano. Quasi irriconoscibile con cilindro, occhiali appariscenti e baffi a manubrio. Tanto di cappello ai presentatori che hanno saputo rendere la serata fluida, veloce e dinamica. Ore 23.53 terzo momento consolle per Rocco Hunt, da poco papà. Tiene alto il momento “giovane”. Domani la seconda delle tre serate poiché si chiude il 23 Giugno con Giorgia Surina e Federico Russo. Si chiude la serata con un bilancio positivo e il pubblico soddisfatto. Appuntamento alla seconda serata!

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Giornalista musicale, lavoro a Sky TG24

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