Più di 9 milioni di visualizzazioni su YouTube, 37mo posto della classifica FIMI con il suo primo album per Sony, primo in classifica nella Viral 50 di Spotify per settimane, questi alcuni dei traguardi di Eman, cantautore calabrese che ha riletto in chiave moderna il passato. Eclettico e poliedrico, costruisce la sua carriera artistica lasciandosi contaminare da ogni genere musicale possibile, dal reggae al dark, dall’electro-rock alla musica d’autore contemporanea e d’ispirazione internazionale. Nel 2012, grazie al successo ottenuto dal brano Insane, viene notato da Sony Music Italy, che lo mette sotto contratto e da lì si introduce nel panorama discografico italiano. Da questa collaborazione nasce Amen, singolo che scalerà ogni classifica. Ironia e provocazione, denuncia e spensieratezza, originalità compositiva e durezza dei testi, una commistione di caratteristiche che rendono Eman un artista innovativo nello scenario musicale italiano. Attualmente Eman sta lavorando al suo nuovo disco, anticipato in radio dal singolo “Icaro”. “Il punto di partenza musicale e personale è Amen. Amen era il grido di un trentenne che dopo gli studi dice “io non ho nulla in mano nonostante abbia fatto tutto quello che mi è stato detto”. Icaro vuole essere la pagina dopo. Devo inseguire il sole con la possibilità di cadere se devo cadere.”, sostiene il cantautore. Lo abbiamo intervistato.
di Irene Venturi
Ti chiamiamo Eman o Emanuele? Ti giri in entrambi i casi?
Eman è solo l’abbreviazione di Emanuele. Era per non avere un personaggio da fare. Volevo essere io e basta.
Icaro è il titolo del tuo nuovo singolo, riusciresti a descriverlo con un’altra sola parola?
Eclettico, perchè ha le forme della canzone cantautorale, per quanto riguarda il testo, mentre le sonorità sono internazionali.
Mi ricorda la parola “poliedrico”, usata per definirti. Dici di avere un repertorio difficilmente etichettabile.
Penso che catalogare sia un problema del tutto italiano. Faccio la musica che mi va di fare. Etichettarsi alle soglie del 2020 lo ritengo un limite.
Molti tendono a definirsi “alternative” per non ghettizzarsi.
Si, mi sento alternative. Mi ritrovo spesso a guardare le pagine di wikipedia piene di generi pop/soul/electro/hardstyle e ci rido su. Mi sento a mio agio nel mondo della musica, qualunque essa sia.
Qual è la storia di Icaro?
Icaro è un uomo che ha come obiettivo credere in se stesso. Nella caduta di Icaro non c’è esclusivamente il fallimento anzi si riscopre più vero e più umano grazie alla caduta.
É la tua?
Si, abbastanza. Ho intrapreso vari voli e di conseguenza ho avuto più cadute. Come tutti.
Hai sempre creduto in te stesso?
Si. Quando molti cominciavano a non crederci e tutto sembrava più complicato ho creduto ancora più fortemente in me.
Con Amen un giovane vede volatizzarsi ogni suo sogno per impossibilità e per pigrizia. Colpa dei giovani o di un paese per vecchi?
Puoi dare sempre la colpa ai giovani in quanto giovani ma è giusto dare la colpa a un’Italia dei vecchi che non va avanti. Anche nella musica. I coraggiosi sono i giovani. Un’Italia che vuole riprendersi deve puntare sul coraggio dei giovani.
Con “il mio vizio” avevi raggiunto più di 9 milioni di visualizzazioni su YouTube.
Uno degli argomenti portanti della musica è l’amore e avrà sempre più consensi. In quel brano parlavo dell’amore verso la musica, come verso una donna. Icaro non è così spensierato ma c’è cazzimma.
Abbiamo più bisogno d’amore o di cazzima?
Amore, sicuramente. Sarà l’amore a salvarci.
Come sarà l’album?
É un album molto diretto con l’ermetismo come centralità. Mi piace comunicare attraverso immagini. É la storia di questo uomo che si sviluppa nel corso della sua vita. É la vita di ognuno di noi con amore e paure.
Il titolo?
Lo scoprirete.
Eman presenterà in anteprima live il suo nuovo album il 20 aprile al Largo Venue di ROMA (Via Biordo Michelotti, 2 – ore 21.30) e il 27 aprile al Santeria Social Club di MILANO (Viale Toscana, 31 – ore 21.30). È possibile acquistare i biglietti su Ticketone e Vivaticket.