Terza serata all’Arena di Verona per l’Atlantico Tour di Marco Mengoni, dopo tre anni di distanza e dopo alcuni viaggi, anche oltre oceano, che lo hanno portato a riconoscersi e a colorare il suo ultimo album di sfumature africane, medio orientali e sud americane.
di Irene Venturi
Esplosivo, energico, dirompente, Mengoni accoglie Verona con i suoi più grandi successi oltre a molti brani del suo ultimo progetto discografico. Atlantico, uscito il 30 Novembre 2018, è stato certificato doppio disco di platino. É un tripudio di emozioni. Il concerto si apre con il brano Muhammed All. Il palco è coperto da un telo bianco che nasconde tutta la coreografia, le luci si spengono, si mostrano solo le figure dei tre coristi, le loro danze tribali. La voce di Muhammad Alì recita “I’m gonna show you how great I am”. Marco si palesa sul palco improvvisamente, vestito di bianco, rompendo l’atmosfera e dando vita a uno spettacolo più vivo che mai. Le coreografie in continuo mutamento hanno creato un gioco di colori e figure continuo. Le immagini, le narrazioni e le coreografie del pubblico hanno animato lo spettacolo dall’inizio alla fine ponendo un accento diverso in base alle diverse sfaccettature dell’emotività di questo tour. Marco ci porta sempre “dove si vola”. Muhammad Alì, Voglio, Ti ho voluto bene veramente, In un giorno qualunque, Dove si vola, Sai che, Atlantico, Pronto correre chiudono il primo momento sella serata.
Le luci si spengono, il palco è oscurato e i musicisti non si intravedono. Sul led appare un monologo, un cartone animato, perché “Sei l’insieme delle esperienze che fai, del male che affronti, del tempo perso e di tutte, ma proprio tutte, le lacrime versate. Sei le sorprese mai riuscite e le promesse mai mantenute. Sei tutto quello che hai visto e quello che hai dimenticato. Siamo fatti del 60% di acqua, 20% di persone e 10% di quello che ci manca”, perché noi, insieme a tutti i
nostri perché, siamo la ragione del mondo. “Buona vita” sono due parole che lo svegliano una notte, e allora oggi è l’Arena a risvegliare Verona. Per chi ci vuole bene e per chi invece no, buona vita. Frida Kahlo appare sullo schermo, circondata da luci al neon. L’Arena si colora di luci e fogli a forma di cuore. Si passa poi alle case popolari portoghesi, per accompagnare i ritmi tribali dell’ultimo album. Lo scenario cambia in continuazione, ogni brano racconta una storia, quadri contrapposti in luoghi diversi. Vari i momenti di interazione con il pubblico, ma c’è un brano che fa smuovere i cuori dalle prime note: l’essenziale. É il pubblico a cantare, e lo fa all’unisono.
É il tempo del secondo intervento video, un collage di titoli della stampa internazionale perché “la mente è come un paracadute, funziona solo se si apre”. É un video di denuncia contro chi considera la Terra un “supermercato sempre aperto” e contro chi sa fare male senza rispettare il prossimo. Si conclude con una frase sullo schermo “Ogni persona che incontri sta combattendo una battaglia personale di cui non sai niente, sii gentile”. Diamo il LA alla canzone punta di diamante di questa serata: Guerriero. L’Arena si alza in piedi e dedica un lungo applauso. Marco è visibilmente emozionato, forse non se lo aspettava o forse non ti abitui mai alla gratitudine di un pubblico che ti ama.
Marco è un artista gentile, carismatico ma mai eccessivo. Tiene il contatto con il suo pubblico con gli occhi e con le emozioni che porta dentro. É uno spettacolo elegante ma estremamente energico, sentimentale ma di denuncia, per ricordarci che siamo prima di tutto umani, tutti quanti. Il concerto si conclude con l’essenziale, animata dai fogli del fan club e la scritta “sei il mio essenziale”, e Hola, suonata al pianoforte dall’artista. Marco ringrazia per questi dieci anni di successi, crescita artistica e personale, e, visibilmente commosso, lascia il palco saltellando e salutando il pubblico con un veneto “vero ciò”. Dal 6 Novembre partirà il tour autunnale nei palazzetti delle principali città italiane, per poi
approdare su una selezione di capitali europee. Intanto, buona musica e… buona vita!