“A debita vicinanza” è il titolo del primo album in studio della fidentina Glomarì, che continua un percorso già avviato con quattro singoli e un EP. Scritto e prodotto dalla stessa Glomarì, con la collaborazione di Stefano La Via e del compositore e artista Massimo Moretti, l’album è disponibile dal 20 novembre sugli store digitali edito da Metatron e dal 27 novembre in formato fisico acquistabile sul sito di Artist First. Le canzoni di cui si compone sono state registrate, mixate e masterizzate da Nicola “Kurz” Carenzi (presso BeatBazar studio, Cremona).
“A debita vicinanza” è un album intimo e delicato, un inno alla fragilità nel momento in cui diventa necessità e punto di forza. Il titolo, che sembra cucito su misura sul periodo attuale, risale in realtà a tre anni fa ed è ispirato al quadro “L’adieu” di Massimo Moretti (a cui sono riconducibili gli arrangiamenti a pianoforte di “La Barca” e “A suo modo danza” dell’album stesso). Nel quadro due spiriti sono sul punto di toccarsi ma questa vicinanza estrema non sfocia in un contatto vero e proprio. Questa tensione dell’irrisolto dilata ogni cosa, rendendo impossibile la distinzione tra categorie di lontananza e vicinanza.
La coincidenza degli opposti è un po’ il “fil rouge” dell’album, dove gioia e tristezza coesiston oe diventano un tutt’uno. E così, seguendo l’ordine della tracklist, ci si crogiola nell’indeterminatezza di un settembre che non è né estate né inverno, ci si punge con le spine di quel fiore chiamato insonnia, si finisce col credere alle proprie “bugie in borghese”, ci si lascia incantare dall’eleganza autentica di ciò che accade per errore proprio come i panni stesi ad asciugare al sole o si resiste al sonno per imparare a dormire.
Cinque su dieci delle tracce dell’album sono accompagnate da video di cui l’autrice ha curato la regia, tre delle quali (“A suo modo danza”, “Mostarda” e “Liberà”) fanno parte della trilogia il “Inaccadimenti”,che nell’aprile 2019 ha ottenuto un riconoscimento importante alla Biennale d’Arte di Venezia, dando conferma del fatto che la musica, per Glomarì, è qualcosa di inscindibile dall’immaginario visivo. Anche “Tramontofili”, la decima e ultima traccia dell’album, sarà accompagnata da un videoclip che diventa documentario e ritratto di un luogo e un momento preciso in cui la canzone è stata concepita e al quale è dedicata.
Cantautrice dalla voce delicata e scrittura raffinata, Glomarì è un’artista italiana extra-ordinaria dalla poliedrica creatività. È architetto di ambienti, di musica e poesia. Si esprime anche con la macchina fotografica, catturando soggetti con Disagio. È regista di video e cortometraggi, premiata alla 58^ Biennale Internazionale d’Arte di Venezia per il videoclip musicale di “Mostarda”. Le canzoni di Glomarì sono quadri poetici di vita quotidiana, spiati timidamente dal buco della serratura; sono disegni paradossali sovrapposti alla comune realtà, da cui intravedere significati profondi e inattesi.