di CARLOTTA SORRENTINO
E’ uscito l’album Hey Mamma il nuovo album de La Rappresentati Di Lista, duo rivoluzionario che ha conquistato il pubblico del Festival di Sanremo col brano Amare
Durante la serata delle cover al Festival avete scelto di duettare con Donatella Rettore, perché avete scelto lei?
Come noi è anticonformista, dinamica e nasce dal teatro e quindi dedica molta cura alla mimica. I suoi contenuti non li vuole far passare solo con la musica ma anche per come si pone, con tutta la performance.
My Mamma è il titolo dell’album appena uscito, svelateci qualche segreto di questo progetto?
In My Mamma ci piace parlare di un percorso di crescita le canzoni sono collegate tra loro. L’ultima traccia del disco ci anticipa già cosa succederà nel prossimo album, così è stato anche per Go Go Diva dovel’ultimo brano Wow andava già ad anticipare My Mamma. My Mamma parla della relazione con l’altro fino ad arrivare a un coro, un percorso di collettività
e di crescita. La crescita è impossibile senza l’incontro con la collettività. Si chiama così perché parla anche di eredità, abbiamo 30 anni e iniziamo a ragionare su cosa vuol dire lasciare qualcosa a qualcuno, al pianeta. My Mamma è il nostro quarto disco e c’è una crescita, ci sono scelte da prendere per noi parlare di comunità e condividere.
Come è stato l’impatto con il palco dell’Ariston senza pubblico?
L’impatto è quello di quando si affronta un pubblico che non si conosce.
L’Ariston da emozioni forti perché trasmette un senso di responsabilità. La musica dal vivo da sempre emozioni. I messaggi che volevamo mandare sono stati recepiti meglio di quello che credevamo. Abbiamo preferito le due serate dove non c’era nulla, nemmeno i palloncini perché ci è piaciuta la crudezza di quella platea vuota. Fare il festival in questo modo è stata una scelta coraggiosa, le performance dei musicisti sono talmente veloci e adrenaliniche che la mancanza del pubblico non la sentivamo così tanto; chi è messo più in difficoltà sono i conduttori. Noi speriamo che Sanremo sia un la alla riapertura degli spazi culturali.
Avete frequentato molti palchi ma cosa si prova su un palco così mainstream?
È una figata incredibile, da musicisti il palco dell’Ariston è un palco come gli altri, è interessante l’esposizione che si ha e la consapevolezza che i messaggi che si possono lanciare possono diventare grandi. I segni che stiamo lasciando vengono raccolti abbastanza bene.
Oltre ad Amare quale altro brano dell’album avreste voluto portare sul palco di Sanremo?
I brani di My Mamma sono tutti dei singoli , per noi qualunque canzone sarebbe stata buona per quel palco, avremmo virato la nostra performance su ognuna delle canzoni.
Grazie al Festival avete avuto feedback positivi da persone che prima non vi conoscevano?
Siamo felicemente sorpresi, tantissimi ci scrivono “scusate se non conoscevo la vostra musica”. Abbiamo visto tantissimi video di ragazze con l’ascella colorata di rosa. Non ci aspettavamo assolutamente tutto questo.
Dove è stato girato il video di Amare?
Lo abbiamo girato ai cantieri culturali della Zisa a Palermo, è una piccola città dentro la città. Quel luogo meraviglioso in questo momento sta soffrendo perché è isolato, abbandonato. Abbiamo cercato di riportarlo in vita, di dare spazio e voce a questi luoghi che sono i teatri, gli spazi di condivisione, i centri di cultura. Spazi che hanno bisogno di mostrarsi e di mostrare la forza che hanno all’interno.