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Niccolò Fabi, Meno per Meno è una carezza all’anima

di MARCO LATINI

Venerdì 2 Dicembre esce in doppio vinile, CD e digitale “Meno per meno”, il nuovo progetto artistico di Niccolò Fabi in occasione dei suoi 25 anni di carriera. Questo progetto non è un disco live, ma matura e prende forma durante il concerto del 2 Ottobre all’Arena di Verona, dove Niccolò viene accolto da più di ventimila braccia aperte. Durante lo spettacolo, l’artista dopo alcuni dubbi, decide di provare a unire il suo mondo sonoro con l’arrangiamento dell’Orchestra Notturna Clandestina diretta da Enrico Melozzi. L’infinito apprezzamento ricevuto dal pubblico, lo porta anzi lo invita calorosamente ad annunciare l’uscita del nuovo album “Meno per meno”, progetto composto da dieci canzoni in totale; sei già edite ma rivestite dagli arrangiamenti orchestrali e quattro inedite. “Meno per meno”, non vede solo l’arricchimento dell’orchestra ma anche la presenza di un sound elettronico, frutto dell’esperienza di Niccolò con l’audacia del giovane producer Yakamoto Kotsuga. Questo ulteriore esperimento ci rammenta come Fabi sia uno dei più importanti cantautori Italiani ma soprattutto quanto sia appassionato alla musica, fedele alla libertà espressiva ed al richiamo artistico, anche a costo di rischiare ciò che è più caro.

Credit Arash Radpour

“Meno per meno”, verrà presentato al pubblico da Niccolò Fabi all’interno di alcuni spazi culturali e negozi in undici città Italiane a partire da giovedì 1° dicembre. Durante gli incontri verrà proiettato un contenuto video inedito ed il pubblico potrà dialogare direttamente con il cantautore. Le date del “Meno per meno” Tour partiranno da aprile 2023 e copriranno tutta Italia passando da Bologna / Milano / Brescia / Cesena / Trento / Padova / Torino / Ancona / Pescara / Bari / Lecce / Catania / Palermo / Firenze / Assisi / Napoli / Parma e si concluderà il ventiquattro Maggio a Genova.

Niccolò per cominciare vorrei ci parlassi della scelta del titolo di questo album e del significato che dai al simbolo presente in copertina.
Il titolo di questo album riprende il concetto appreso durante le scuole elementari e medie, per cui due forze negative moltiplicate ne danno una positiva. In questo progetto volevo andare oltre le parole e le melodie, per soffermarmi invece su tutto quello che ho trasmesso in questi venticinque anni. Le mie canzoni spesso mostrano un’introspezione malinconica, ma io ho speranza e modesta convinzione che l’effetto finale nell’ascoltatore non sia una tristezza aumentata, bensì un viaggio nella risoluzione del conflitto per raggiungere sollievo. Ho sempre accarezzato il mio stato d’animo con la musica, essa mi permette di amplificare e trasformare i miei momenti difficili alleggerendoli. Spero con la mia arte di poter supportare nella stessa maniera. Concludo dicendoti che “linea-punto-linea” nel codice Morse sta per una lettera dell’alfabeto, che se vorrai potrai andare a cercare, io non dico altro.
Sostieni che dopo quarant’anni anni di carriera la motivazione non sia più quella dell’inizio, dicendo che la musica forse non è più il modo migliore per esprimere ciò che pensi. Ti vedremo intraprendere altre strade?
L’ispirazione, come la voglia di fare musica, nasce e divampa dentro di noi in gioventù. Trovo che la canzone sia il modo migliore per esprimere le emozioni vissute la prima volta. Spesso la carriera degli autori dà il meglio di sé nei primi anni di attività. Io ho dedicato la mia creatività alle canzoni, e mi rendo conto ora che la quantità di sfumature che un uomo anziano ha nel guardare la vita, rendono difficile mettere a fuoco dei concetti in quattro minuti di canzone. Amo la musica. È l’unica forma d’arte che ti permea dentro mentre fai altro. Sta di fronte a te anche quando non vuoi, anche quando non le dai attenzione. Anche per questo la adoro. So che prima o poi arriverà nella mia vita il momento di scrivere un libro, ma nutro un tale rispetto per la letteratura e le parole da non sentirmi all’altezza di intraprendere questo tipo di percorso. Spero di riuscire a superare questa mia forma di censura.
Vorresti che tra i tuoi colleghi musicisti, si prendesse una posizione più decisa riguardo ai problemi odierni?
Io sono contrario agli appelli sotto forma di Social Network. Non sono convinto quando le personalità affermano la propria militanza con una foto sui social network vicino ad uno spaghetto alle vongole in riva al mare (ride, ndr). Mi fa paura la confusione di linguaggi che fa perdere autorevolezza a ciò che raccontiamo. Io preferisco parlare con la mia musica e ti porto un esempio. Durante il concerto all’Arena di Verona, nella canzone Io sono l’altro, non ho fatto in tempo a pronunciare la frase “io sono il velo che copre il viso delle donne”, che il pubblico è esploso in un fragoroso boato. Questo per me significa che posso essere portatore di sensibilità e messaggi in una maniera artistica che più mi compete.
In questa rilettura del tuo passato, c’è stata qualche canzone che ti ha regalato un’interpretazione diversa? C’è un nuovo brano a cui sei più affezionato?
Una delle quattro nuove canzoni si chiama L’uomo che rimane al buio, che tratta i delicati temi della libertà e della paura attraverso un lupo che dopo una lunga prigionia non è più in grado di godersi la libertà. Dopo il periodo di reclusione che abbiamo vissuto, questo brano ha preso tutt’altro significato. A volte una prigione può essere un conforto oltre che un limite. Mi sono chiesto cosa sarebbe successo una volta riottenuta la libertà e se la mano una volta tolto il gesso avrebbe riacquisito i suoi innati movimenti. La ferita rimane nella testa anche quando l’arto guarisce, perché la reclusione nella necessità diventa comfort. Mi sono reso conto dell’attualità e della profondità di questa canzone accorgendomi di come il mondo non tornerà forse mai più come prima.
Ritorno all’Arena di Verona e le sue emozioni. Ti aspettavi l’accoglienza da Rockstar che hai ricevuto?
Negli anni ho maturato una certa consapevolezza della componente emotiva delle persone che mi ascoltano. Devo però confessare che gli applausi non sono tutti uguali e non hanno per me lo stesso spessore. La meravigliosa standing ovation finale, è il tributo alla tua performance ed impegno. Il calore che preferisco invece è l’applauso iniziale, prima ancora di pronunciare una sola parola. Quel calore rappresenta il ruolo che hai avuto nella vita delle persone. Io ho deciso di raccontare alcuni anfratti
dell’animo umano che portano la mia musica a non essere onnipresente ma concreta quando serve. Io sono il compagno che c’è sempre quando hai bisogno, e quel sostegno iniziale me lo rammenta. Le persone ai miei concerti vengono sole anche se in gruppo. La mia musica crea un rapporto unico per ognuno. Vedere il mio pubblico mi permette di vivere e sentire tutti i momenti che abbiamo condiviso.
Ricordo avessi dei dubbi inizialmente. Ora a opera compiuta e risultato compiuto vorrei chiederti: come è stato affiancare la tua musica ad un’orchestra?
Inizialmente pensavo che l’orchestra avrebbe reso la mia musica stucchevole, ma ho voluto tentare. Penso che nella maggior parte dei casi non sia stato così. Gli arrangiamenti hanno portato un valore aggiunto reale, si è elusa la stucchevolezza ed è aumentato il Pathos. Sulle canzoni vecchie l’arrangiamento è una questione delicata, poiché può portare emozioni nuove non allineate alla visione precedente dell’ascoltatore. Il rischio del romanticismo eccessivo dovuto all’orchestra rimane presente ma sono molto soddisfatto del lavoro svolto.
Che caratteristiche deve avere e cosa deve contenere una tua canzone per poter essere esposta al pubblico?
Per me è, in una canzone è fondamentale l’equilibrio tra l’essere reale espressione di una mia forte emozione ed il suo essere in grado di andare oltre ad essa e non essere solo una confessione personale. Non devo solo esprimere uno stato d’animo, devo utilizzarlo per raccontare una dinamica che possa essere capita, condivisa ed amata da tutti. Se volessi solo esprimere un malessere chiamerei un amico per cena (ride, ndr).

TRACKLIST MENO PER MENO
-Andare oltre
-L’uomo che rimane al buio
-Ha perso la città
-Una mano sugli occhi
-Una buona idea
-Costruire
-Al di fuori dell’amore
-A prescindere da me
-Di aratro e di arena

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Giornalista musicale, lavoro a Sky TG24

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